Fiat City Taxi protagonista della mostra “Che macchina!”

La Fiat 127 è tra le più amate di sempre

Fiat City Taxi protagonista della mostra “Che macchina!”

Fino al 5 settembre il Museo nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO) ospita la mostra “Che macchina!” dedicata alla Fiat 127 che quest’anno festeggia il suo 50° anniversario. Inoltre, l’esposizione rende omaggio al designer che ne concepì la forma: Pio Manzoni, in arte Manzù, figlio dell’affermato scultore Giacomo.  Il titolo della rassegna è tratto dalla campagna di lancio della prima serie e sintetizza bene come la 127 lasciò tutti stupiti per la sua innovazione, divenendo di fatto una delle vetture Fiat più amate di sempre.

La mostra dedicata al 50° anniversario della Fiat 127 concepita da Pio Manzù

La Fiat 127 è davvero un’auto moderna per l’epoca – spaziosa dentro e piccola fuori – così come è di particolare attualità la visione sul tema della mobilità del progettista Pio Manzù prematuramente scomparso nel 1969. È questo il binomio vincente che rende l’esposizione un appuntamento imperdibile, curato dal giornalista Giosuè Boetto Cohen e da Giacomo Manzoni, figlio del designer, e realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Manzoni Arte e Design e con il contributo tecnico di Heritage, il dipartimento di Stellantis dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.

Il pubblico può ammirare sei esemplari dell’utilitaria presentata nel 1971 e insignita del titolo di “Car of the year” nel 1972: due 127 della prima serie, la Rustica, la Sport, la Top e la Panorama. Sono una piccola ma significativa selezione delle molteplici versioni prodotte fino al 1987 per un totale che supera i cinque milioni di unità. E accanto alle vetture trovano spazio disegni, modelli, prototipi e progetti che Pio Manzù realizzò durante la sua vita: dalla lampada Parentesi, realizzata insieme ad Achille Castiglioni nel 1968, alla rivoluzionaria Autonova FAM del 1964, il primo monovolume della storia moderna.

Tutti i segreti del prototipo Fiat City Taxi su meccanica 850

Si tratta di un originale progetto per il trasporto pubblico cittadino non di linea che vanta numerose innovazioni tecnologiche orientate alla sicurezza e alla funzionalità, tanto che può essere definito a pieno titolo una vera e propria “concept car”. Basti pensare che sono ben 15 i nuovi brevetti registrati da Fiat per allestire la 850 City Taxi. Certo il prototipo presentato al Salone di Torino resta allo stadio sperimentale, ma molte delle sue innovative soluzioni, sviluppate a lungo dal Centro Stile Fiat, vengono in seguito utilizzate sulle vetture di serie. Anche le linee, in particolare quelle del cofano motore posteriore, vengono riprese nell’utilitaria Fiat 126 del 1972, che prima affianca e poi sostituisce la gloriosa Fiat 500.

Negli stessi anni, i progettisti Fiat si interrogano sulla possibilità di realizzare una versione della 850 esplicitamente dedicata al trasporto pubblico, per sostituire l’ormai datata 600 Multipla. Non il semplice allestimento di una vettura già esistente, quindi, ma un’auto concepita sin dall’inizio per essere utilizzata come taxi. All’epoca i progetti per vetture particolari erano il terreno in cui si esprimeva l’estro dei grandi carrozzieri italiani ma, in questo caso, il compito è affidato direttamente al Centro Stile Fiat che si avvale per la prima volta della collaborazione esterna di uno dei designer più creativi dell’epoca: Pio Manzù.

Dimensioni compatte e design votato al comfort

Le dimensioni sono compatte ma gli spazi sono sfruttati al massimo, tanto per favorire l’agilità nell’impiego cittadino quanto per facilitare la salita e la discesa dei passeggeri. La forma a due volumi, con sbalzi ridotti, presenta linee piuttosto tese con cofano anteriore corto e spiovente, ampie superfici vetrate che permettono ai passeggeri di godere al meglio del panorama cittadino e l’abitacolo più alto del normale per migliorare il comfort durante la permanenza a bordo. La colorazione arancione vuole rendere più facilmente riconoscibili i mezzi di trasporto pubblico rispetto agli altri, quando i taxi sfoggiano ancora la livrea verde e nera.

Più che per lo sviluppo in altezza, l’850 City Taxi stupisce per le asimmetrie: sul lato sinistro c’è una porta convenzionale utilizzata soltanto dall’autista, mentre sul lato destro i passeggeri entrano in vettura attraverso un’inusuale e innovativa lunga porta scorrevole a comando elettrico. Le differenti dimensioni delle porte si ripercuotono anche sulle diverse misure dei primi due vetri laterali. Inoltre, i due tergicristalli sono particolarmente lunghi perché devono pulire un parabrezza molto più alto del normale: quello dal lato del conducente – realizzato nella configurazione “a pantografo” – si articola con due bracci e, come su alcuni pullman dell’epoca, nella posizione di riposo resta verticale; anche l’altro tergicristalli non è del tutto convenzionale, perché descrive un arco dall’interno verso l’esterno del vetro, al contrario rispetto alle altre Fiat contemporanee.

Interni rivoluzionari e strumentazione avveniristica

Il divano posteriore ospita tre passeggeri: se, in casi straordinari, fosse necessario ospitarne un quarto per brevi tratti, è presente un sedile supplementare a ribalta posto accanto a quello del conducente. Normalmente lo strapuntino resta chiuso e lo spazio a destra del conducente è dedicato a ospitare i bagagli, assicurabili con una cinghia dedicata. Altri possono essere collocati nello spazio alle spalle del divano, sopra al motore. L’accesso a quest’ultimo vano può comodamente avvenire anche dall’esterno, attraverso un ampio portellone vetrato. Le particolarità degli interni proseguono: la Fiat City Taxi si caratterizza infatti anche per una plancia avveniristica imbottita con materiale deformabile, che ingloba il quadro strumenti, il tassametro – una condizione innovativa ancora oggi! – e lo schermo di un piccolo televisore. Inoltre, il conducente può dialogare direttamente con la centrale dei taxi attraverso un radiotelefono il cui microfono è integrato nell’aletta parasole.

Soluzioni innovative per la massima sicurezza

Sono molto importanti le innovazioni dedicate alla sicurezza, che successivamente diventeranno standard nelle vetture di serie: come il piantone dello sterzo snodato per salvaguardare il guidatore in caso d’impatto frontale, la plancia imbottita in materiale deformabile e il fissaggio dei bagagli tramite cinghia. Ma anche il sistema di comunicazione con radiotelefono, che prevede il microfono nell’aletta parasole, è un antesignano degli attuali sistemi vivavoce per i telefoni cellulari. Inoltre, il televisore posizionato al centro della plancia, può essere considerato il precursore dei moderni schermi dei sistemi d’infotainment. Alcune soluzioni funzionali vengono riprese anni dopo, come il portellone vetrato sulle “hatchback”, o la tasca porta carte ricavata nel tetto, ancora oggi presente sulle vetture monovolume.

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