#FORUMAutoMotive 2023: la mobilità europea può essere decarbonizzata non solo con l’elettrico
La propulsione 100% elettrica non può essere imposta come unica soluzione per ridurre le emissioni
La tavola rotonda “Mobilità e futuro, è scontro con l’UE”, che si è svolta a porte chiuse ieri sera, ha visto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto confrontarsi con i rappresentanti del mondo della mobilità seguendo il tema “L’esigenza di adottare una visione realistica sui cambiamenti e sulla transizione ecologica in atto, privilegiando la neutralità tecnologica, le eccellenze industriali e l’indipendenza energetica”.
Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ha introdotto i lavori sottolineando la necessità di un dibattito non ideologico che esprima l’esigenza di avere una visione realistica dei cambiamenti in atto, privilegiando la neutralità tecnologica, le eccellenze industriali e l’indipendenza energetica.
L’elettrificazione farà passi decisi nei prossimi anni
Ad aprire il confronto è stato Dario Duse, Country Leader Italia ed EMEA Co-Leader of Automotive & Industrial Team di AlixPartners, che ha presentato l’ultimo aggiornamento del Global Automotive Outlook. Egli ha detto: “Ci aspettiamo che l’elettrificazione faccia decisi passi in avanti nei prossimi anni. Attualmente i veicoli alla spina scontano maggiori costi di produzione rispetto ai veicoli tradizionali, che portano a prezzi di vendita più alti del 45%-55% rispetto a quelli con motori endotermici. Ci vorrà tempo prima che i due costi si avvicinino. Idrogeno e biocombustibili rappresentano le possibili altre tecnologie che potrebbero in futuro integrare l’elettrico nel mix di alimentazioni”.
Massimo Ghenzer, presidente di Areté Methodos, ha invece esposto i risultati di alcuni studi condotti dalla pandemia a oggi. Il dirigente ha spiegato che gli italiani oggi sono disposti a pagare per una vettura elettrica al massimo 30.000 euro. Forse, in futuro, alcune case automobilistiche riusciranno a dare una risposta concreta a questa esigenza, ma di certo non si riuscirà ad accontentare tutti.
Gianluca Italia, amministratore delegato di Mocauto Group, ha osservato che “il mercato è oggi decisamente confuso da quello che i consumatori sentono e da prezzi saliti clamorosamente alle stelle. Si vende meno nuovo e si guarda con più attenzione all’usato e, di conseguenza, le emissioni crescono”.
Nel Sud Italia la situazione è più critica
Francesco Maldarizzi, presidente della Maldarizzi Automotive SpA, ha fatto notare come nel Sud Italia la situazione è ancora più complessa per l’auto elettrica, soprattutto sul fronte delle infrastrutture di ricarica che è davvero carente e di certo tale gap non sarà colmato fino al 2035.
All’appuntamento di #FORUMAutoMotive 2023 c’era anche Geronimo La Russa, presidente di ACI Milano e ACI Infomobility. Egli ha espresso il punto di vista dei consumatori, affermando che “c’è molta preoccupazione tra i consumatori; anche a Milano sono molte le lamentele sul funzionamento delle colonnine di ricarica. Il percorso culturale verso questo modello è lungo ed ecco perché vediamo di buon occhio uno slittamento oltre il 2035 della scadenza per lo stop ai motori a combustione interna”.
In rappresentanza del settore dei veicoli elettrici c’era Mauro Tedeschini, fondatore di Vaielettrico.it. Egli ha affermato che ogni tecnologia presenta punti di forza e punti di debolezza. Tutte le strade andranno esplorate per ridurre le emissioni. “Sono convinto che i costi del prodotto elettrico nei prossimi anni si ridurranno sensibilmente”.
Sergio Tumino di ST Sergio Tumino Ragusa ha invece affermato che le concessionarie hanno il polso della situazione grazie al contatto diretto con i clienti. Nel Mezzogiorno si nota un reddito medio più basso della media nazionale e questo condiziona gli acquisti, con l’elettrico ridotto al minimo.
Buona parte dei veicoli in circolazione sono ante Euro 4
Mario Verna, general manager di Queen Car Torino, ha evidenziato che, su un parco circolante di circa 40 milioni, circa la metà dei veicoli è ante Euro 4. Qualunque cosa accadrà, dovrà tenere conto del sistema socioeconomico italiano. Verna sostiene che l’auto deve restare un bene strumentale e a disposizione di tutti.
Plinio Vanini, presidente di Autotorino, ha dichiarato: “La risposta che arriva dal mercato è che meno del 4% degli italiani sono realmente interessati al prodotto elettrico. Non è che tutta questa spinta in avanti è legata più al mondo della speculazione, che alle vere imprese che ogni giorno danno risposta concrete al mercato? Andando di questo passo, solo i ricchi potranno viaggiare in automobile”.
Non bisogna puntare solo sul 100% elettrico
Claudio Spinaci, presidente di UNEM, ha presentato l’ultimo Rapporto UNEM denominato “Decarbonizzare i trasporti. Più soluzioni per un obiettivo comune”. Questo sottolinea come una strada non impostata solo sul 100% elettrico esiste, mettendo in parallelo i biocarburanti così da raggiungere gli obiettivi al 2030 e al 2035.
Spinaci sostiene che l’auto elettrica può rappresentare una valida alternativa in alcuni contesti, ma non può essere imposta come unica soluzione, rinnegando un principio cardine delle politiche europee: la neutralità tecnologica. Inoltre, in questo modo si mette a rischio la nostra sicurezza energetica e intere filiere industriali di eccellenza con impatti sociali ed ergonomici devastanti.
Andrea Arzà, presidente di Federchimica-Assogasliquidi, afferma che il GPL oggi sta andando molto bene sul mercato grazie alla sua elevata competitività. “La polemica tra pro e contro elettrico è stata fomentata da una legislazione che ha imposto lo stop ai motori non elettrici. Chiediamo di poter fare investimenti e ricerca su carburanti a basso impatto ambientale”.
Gli italiani non comprano veicoli elettrici perché la capacità economica è scesa
Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione, ha sostenuto che gli italiani non comprano i veicoli elettrici perché in 30 anni la loro capacità economica è scesa, unica in Europa. Buongiardino ha sottolineato come nel 2020 si è guadagnato meno che nel 1990 e inoltre non esiste più il ceto medio.
Michele Crisci, presidente di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), ha riconosciuto il ruolo avuto dal Governo nell’apertura del dibattito sul 2035. L’UNRAE è per la neutralità tecnologica e vede di buon grado la visione del Governo e l’impegno per accompagnare la transizione. Bisogna mettere mano alla fiscalità dell’auto aziendale per promuovere la transizione.
Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, ha sottolineato come l’Italia sia stato l’unico paese europeo ad aver ridotto gli acquisti dell’elettrico. Il vicepresidente di ANIASA Italo Folonari, invece, ha affermato che i noleggiatori sono per definizione tecnologicamente neutrali. La confusione sul tema motorizzazione sta determinando una crescita del noleggio.
Molti preferiscono il noleggio all’acquisto
Infatti, anche i privati sono incerti sulla scelta del modello e della motorizzazione e quindi preferiscono affidarsi al noleggio. Inoltre, Folonari afferma che il noleggio può accelerare concretamente la transizione ecologica.
Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, sostiene che bisogna fare i conti con la realtà industriale ed energetica del nostro Paese. “Le nostre rinnovabili non crescono. Le promesse sui costi più bassi delle auto elettriche andranno verificate sul campo. Oggi esistono delle soluzioni ‘in casa’ per ridurre le emissioni, come il biometano. Una tecnologia che possiamo sfruttare domani”.
Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto, sostiene che oggi si procede verso la decarbonizzazione della mobilità, partendo da un parco auto in costante invecchiamento e con un segmento B dominante e poco offerto oggi dalle case automobilistiche, più interessate ai segmenti D ed E. “Bisogna spingere le aziende a immettere nuove vetture nel parco circolante, attraverso leve fiscali”.
Infine, il presidente di ANFIA Paolo Scudieri ha ricordato come il settore automobilistico sia un cardine dell’economia italiana ed europea e del bagaglio culturale che in esso si conserva. Da Euro 0 a Euro 6 sono state abbattute del 90% le emissioni di NOx e l’impegno per ridurre tutte le emissioni c’è sempre stato. “Il salto tecnologico dell’elettrico è un salto senza rete, non possiamo permettercelo. Infrastrutturazione del Paese e autonomia energetica sono fattori fondamentali per la promozione della diffusione dell’elettrico”.
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