Furti di rame alle colonnine di ricarica: le azioni in campo per fermare il fenomeno
Motus-E sottolinea il crescente impegno delle Forze dell'ordine per contrastare i furti
Per fermare i sempre più frequenti furti di rame dalle colonnine di ricarica per le auto elettriche le Forze dell’ordine hanno intensificato le azioni di contrasto ottenendo i primi importanti risultati, come sottolinea Motus-E, l’associazione costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione che promuove la transizione verso la mobilità elettrica.
Dopo i circa 200 episodi, registrati negli ultimi mesi soprattutto a Roma e nel Lazio, di danneggiamento delle infrastrutture finalizzati alla sottrazione dei cavi di ricarica, nei giorni scorsi la Polizia ha arrestato diversi soggetti responsabili, concludendo con successo le prime operazioni volta bloccare questo fenomeno.
Motus-E ha attivato una task force sul fenomeno
“La Pubblica sicurezza ha prontamente acceso un faro sulla vicenda e gli operatori della ricarica si sono messi a disposizione per fornire il massimo supporto attraverso una condivisione di informazioni estremamente proficua, – spiega il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso – sottolineando che “come associazione noi abbiamo immediatamente dato vita a una task force dedicata alla questione, per monitorare la situazione e diffondere le migliori best practice per la sicurezza delle infrastrutture, a partire dall’utilizzo a tappeto delle telecamere, anche con riconoscimento automatico della targa”.
Si rischiano fino a 10 anni di carcere
“Sul tema è importante essere chiari, – conclude Naso – per pochi euro di rame si fanno danni ingenti e chi commette questi reati rischia moltissimo, perché la fattispecie può prevedere diverse aggravanti, dal danneggiamento alla sottrazione di materiale da infrastrutture per l’erogazione di energia, che possono comportare pene fino a 10 anni di reclusione”.
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