Germania, Blume avrebbe fatto pressioni per includere gli e-fuel nell’accordo di coalizione
Primi veleni sull'erede di Diess al timone del Gruppo Volkswagen
Oliver Blume, il nuovo CEO del Gruppo Volkswagen, dopo essere stato designato erede di Herbert Diess, dimessosi a sorpresa nella serata di venerdì scorso, è finito al centro delle polemiche in Germania.
Ruolo rilevante per l’accordo sugli e-fuel
Secondo quanto riportato dai media tedeschi, con la tv pubblica ZDF in testa, Blume, nel corso delle ultime settimane nelle quali ha ricoperto il ruolo di CEO di Porsche, avrebbe esercitato pressioni nei negoziati tra i partiti di governo relativi agli e-fuel. In particolare, in una riunione del 29 giugno, il neo numero uno del gruppo di Wolfsburg avrebbe ammesso di aver avuto un ruolo importante affinché “gli e-fuel venissero inclusi nell’accordo della coalizione”, confermando “contatti stretti e continui con i partiti della colazione” e di essere stato “aggiornato quasi ogni ora negli ultimi giorni da Christian Lindner”, il ministro delle Finanze del governo tedesco.
Conferme e reazioni
La divulgazione della notizia, sulla quale successivamente sono arrivate ulteriori conferme sulla veridicità, ha provocato un immediata reazione di proteste sui social da parte degli oppositori di Lindner. Da parte sua, il ministro federale della Finanze, ha smentito in maniera netta di aver subito qualsiasi forma di influenza, affermando di “non aver avuto alcun contatto con Blume” e aggiungendo che la sua posizione sulla questione e-fuel è nota ormai da anni. Anche da parte del gruppo di Volkswagen è arrivata una secca smentita, spiegando come Porsche non abbia avuto alcuna influenza sull’accordo di coalizione.
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