Il motore ad ammoniaca di Toyota potrebbe rappresentare la fine per le auto elettriche?

Nei mesi scorsi Toyota ha annunciato di lavorare ad un motore ad ammoniaca: sarà la svolta?

Il motore ad ammoniaca di Toyota potrebbe rappresentare la fine per le auto elettriche?

Toyota ha fatto parlare di se con i suoi progetti di auto a emissioni zero e ha recentemente fatto discutere tutti con l’annuncio di un nuovo motore ad ammoniaca. Questo propulsore, una variante  del tradizionale motore a combustione interna, utilizza l’ammoniaca per funzionare, una molecola costituita da un atomo di azoto e tre atomi di idrogeno. Essendo privo di carbonio il suo utilizzo non comporta l’emissione di anidride carbonica, che come sappiamo è uno dei maggiori responsabili dell’effetto serra. Di conseguenza questa tecnologia potrebbe rappresentare un’importante opportunità per la decarbonizzazione.

Nei mesi scorsi Toyota ha annunciato di lavorare ad un motore ad ammoniaca: sarà la svolta?

Come sappiamo Toyota sta adottando una strategia varia che fa riferimento non solo ai veicoli elettrici a batteria ma anche alle auto a idrogeno. Lo sviluppo di un motore ad ammoniaca rappresenta dunque un’altra opzione che pare promettere bene, in particolare per la sua alta densità energetica. Questa caratteristica potrebbe potrebbe renderla in molti ambiti una scelta davvero efficiente.

La realizzazione di questo carburante si basa essenzialmente sull’utilizzo di azoto e idrogeno, entrambi elementi disponibili in grandi quantità. Ciò potrebbe rendere questa tecnologia molto vantaggiosa sia dal punto di vista economico che da quello della sostenibilità ambientale. Tale novità nasce dalla partnership tra Toyota e GAC, che hanno creato un prototipo alimentato da ammoniaca liquida. Il motore ad ammoniaca, un 4 cilindri da 2 litri, sè capace di erogare 161 cavalli di potenza e, secondo quanto dichiarato potrebbe ridurre del 90 per cento le emissioni di carbonio.

Tuttavia l’utilizzo dell’ammoniaca come carburante per i motori dei veicoli presenta delle sfide da risolvere. La tecnologia richiede un controllo preciso della pressione di combustione per limitare le emissioni di ossidi di azoto. Nonostante questi ostacoli, alcuni ritengono che questa innovazione della casa giapponese potrebbe segnare un punto di svolta, potenzialmente rivoluzionario per il futuro dell’automotive.

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3 commenti

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  • Gian Paolo Molteni ha detto:

    A me risulta che lo sviluppo del primo motore a idrogeno sia stato realizzato alcuni anni fa da Piaggio che aveva anche realizzato diversi veicoli FUNZIONANTI… Che fine hanno fatto questi risultati scientifici e pratici tutti Italiani? Perché non si è proceduto con l’omologazione… oppure il brevetto è stato ceduto ai giapponesi? In italiani campo motoristico siamo i primi e ci lasciamo sempre superare… vorrei una risposta. Comunque chiederò sicuramente informazioni anche a Piaggio..

  • Fabio ha detto:

    …peccato però che qui si stia parlando del motore ad ammoniaca e non di quello a idrogeno. Perché allora non parlare di quello a metano? Ah già… non è l’argomento di questo articolo.
    Ritenta.

  • Gian Paolo Molteni ha detto:

    Che fine ha fatto il progetto SAVIA??
    Piaggio è stata la prima a produrre un veicolo ad AMMONIACA!
    Come da vostro articolo del 2022….
    Vogliamo parlarne?
    E i giapponesi non dovrebbero pagarequakche royalties?
    Perchè il progetto SAVIA non è stato citato?
    Erano stati prodotti veicoli di servizio che avevano avuto l’omologazione!

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