Incentivi auto: 750 milioni nel 2025, poi un miliardo dal 2026 al 2030
Urso bacchetta Stellantis: "Non c'è stato aumento della produzione"
Si è tenuto l’atteso ‘Tavolo Automotive’ nella giornata di ieri, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a colloquio con i sindacati di categoria ed i rappresentanti della filiera dell’automotive. Gli incentivi è stato uno dei temi principali, con un totale di 5,75 miliardi disponibili fino al 2030.
“Con il nuovo Ecobonus ci eravamo posti 5 obiettivi prioritari – le parole del ministro, in apertura di questo importante ed atteso incontro – supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche, sostenere le fasce meno abbienti e incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. I primi quattro aspetti sono molto soddisfacenti, non il quinto che riguarda l’aumento della produzione”.
La ‘bacchettata’ a Stellantis
A questo proposito, c’è una bacchettata importante a Stellantis, con cui c’erano già state delle tensioni nei mesi scorsi: “Il piano non ha corrisposto all’aumento che avevamo concordato della produzione in Italia di Stellantis. L’azienda ha annunciato lo stop delle carrozzerie a Mirafiori dal 15 luglio al 25 agosto, con il ricorso a nuova cassa integrazione (fino al 4 agosto), così come 5 giornate di cassa tra agosto e settembre a Pomigliano per carenza di ordinativi”.
Si è parlato, ovviamente, anche della possibilità di aprire la produzione a nuovi costruttori, con Dongfeng in primo piano, come detto nei giorni scorsi. Il ministro non è entrato nel dettaglio, per via di accordi di riservatezza sottoscritti tra Mimit e tre case cinesi, ma ha confermato nuovi incontri in arrivo le prossime settimane.
Gli incentivi
Per quanto riguarda gli incentivi per i prossimi anni, sul tavolo ci sono i 5,75 miliardi del fondo istituito nel 2022: si partirà con 750 milioni nel 2025 (250 milioni sono stati utilizzati per coperture del decreto coesione) per passare a un miliardo all’anno dal 2026 al 2030. Cambierà, però, quasi sicuramente lo schema: “È nostra intenzione realizzare anche una programmazione pluriennale delle risorse – ha spiegato Urso – A settembre si inizierà a definire il nuovo schema”.
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