Kia Optima Sportswagon 1.7 CRDi 141 CV GT Line: station, ma con stile [PROVA SU STRADA]
Comfort di livello premium con un pizzico di pepe
Coniugare praticità e stile è una missione praticamente per tutti i designer del settore automotive. I coreani di Kia non fanno certo eccezione e negli ultimi anni hanno iniziato a lavorare con impegno su una station wagon dalle giuste dimensioni, più specificatamente per il segmento D, che potesse però seguire certi dettami di stile che puntavano verso una certa sportività e aggressività. Il risultato di questo processo è stata la nuova Kia Optima Sportswagon, diretta erede della concept car Sportspace e presentata lo scorso anno al Salone di Ginevra. Ora è arrivato il momento di mettersi alla guida di questa station, per scoprirne pregi e difetti.
Design e Interni:
Uno dei suoi punti di forza: bella fuori, premium dentro
La Sportswagon, com’è naturale che sia, rimane comunque molto vicina, sia nelle dimensioni che nello stile, alla sua progenitrice berlina. Le sue misure sono quasi identiche: larga 1.860 mm e lunga 4.855 mm, si alza semplicemente di qualche millimetro sul tetto, dove i binari extra portano l’altezza a 1.470 mm (+5). Guardandola direttamente davanti, le differenze con la berlina sono inesistenti e questo non è certo un male. La caratteristica griglia frontale con design tridimensionale non è racchiusa all’interno di uno spazio definito, come avviene invece per altri modelli, ma compone un unico elemento con i gruppi ottici. Questo insieme crea una sorta di “sorriso” che abbraccia l’intera zona del cofano, con appena il labbro superiore caricato dal logo a spezzare leggermente la continuità dell’insieme. Il fascione inferiore presenta una forma decisamente aggressiva, con due prese d’aria laterali immediatamente sotto i fari e una griglia più ampia per l’accesso al diffusore inferiore. Partendo dall’elemento più interno delle luci, notiamo immediatamente delle nervature che percorrono il cofano per tutta la sua lunghezza fino a trasformarsi nel montante A, creando così sia un effetto più aggressivo che di continuità dello stile della macchina. La Optima Sportswagon, infatti, presenta comunque le medesime forme fluide e morbide che già avevamo visto sulla sorella.
Passando alla visione laterale, troviamo altre concessioni alla sportività, rappresentate soprattutto dalla piccola presa d’aria posta immediatamente tra il passaruota e la portiera. Tutti extra che fanno parte del pacchetto GT Line, l’ultimo step di allestimento prima di arrivare alla GT top di gamma.
Arrivando alla zona posteriore, però, è finalmente il momento di parlare di differenze. I designer di Kia hanno voluto sottolineare al massimo la capienza piuttosto ampia della vettura, che naturalmente sarà uno dei pezzi forti di tutta la gamma. Per questo motivo il posteriore è decisamente alto e pronunciato. Immediatamente a livello del portellone, però, il lunotto si connette al tetto in posizione particolarmente slanciata, con uno spoiler molto pronunciato ad unire tutto. Il fascino sportivo viene poi completato dal diffusore con incluso il doppio terminale di scarico. Non siamo alle soluzioni estreme adottate da alcune case tedesche, perché in questo particolare caso si è scelto di non rinunciare a nulla sotto il profilo della capacità di carico. La capienza del bagagliaio, infatti, parte da 552 litri con tutti i sedili della seconda fila in posizione, mentre abbattendoli ci si alza fino a 1686 litri (il portellone, tra l’altro, è disponibile anche con apertura e chiusura elettrica).
Questo discorso ci porta a parlare dell’abitacolo, dove la Optima Sportswagon dà il meglio di sé. La station coreana, infatti, è particolarmente ricca e curata, soprattutto nella versione di prova a noi affidata. Come anticipato, abbiamo avuto per le mani la versione con allestimento GT Line, il penultimo passo prima del top di gamma. Ciò si traduce in materiali di livello premium e un carico di tecnologia davvero impressionante.
Cominciamo prima di tutto dalle sellerie e dal cruscotto. Kia ha fatto un largo uso di materiali molto morbidi al tocco, tessuti e pelli molto belle alla vista. Prendiamo ad esempio i sedili: la seduta è molto comoda e grazie alle regolazioni elettriche può essere adattata ad ogni esigenza. Chi vi scrive è alto 1.86 cm e pesa circa 95 kg, ma nonostante questo si è riuscito a sedere senza particolari problemi. Nell’allestimento GT Line abbiamo trovato dei sedili di tipo contenitivo con le zone più esterne in pelle e quella centrale in tessuto. Una soluzione comoda soprattutto in estate, anche se l’inserimento tra gli optional del riscaldamento e raffreddamento della seduta rende questo dettaglio una questione più di stile che di comfort. Il colore dominante è il nero, mentre per avere una versione rossa bicolor bisogna per forza andare sulla GT Black Edition (il Black si riferisce alla carrozzeria esterna). Il cruscotto presenta una rifinitura nero lucida con modanature cromate, che rendono il tutto elegante e moderno. In generale si ha una bella sensazione di spazio e comfort.
Il livello premium della vettura, comunque, si raggiunge soprattutto grazie alle dotazioni tecnologiche. Sono le medesime già viste sulla berlina, il che è una garanzia. Innanzitutto l’infotainment è curato dal sistema AVN (Audio Visual Navigation), fornito di serie con un display da 7 pollici e in optional da 8 con navigatore GPS integrato. Il formato della radio è il digitale DAB+, per garantire qualità e continuità di riproduzione. La sensibilità dello schermo del sistema è davvero eccellente, soprattutto se paragonata agli avversari. Digitare indirizzi e comandi è un gioco da ragazzi, con lo schermo che risponde molto velocemente alle nostre pressioni. Anche questo software, però, soffre di un errore molto comune nel campo dei navigatori per auto, ovvero i pulsanti ancora un po’ troppo piccoli. Per ovviare a questo inconveniente, però, è stata inserita la compatibilità con i sistemi Android Auto ed Apple CarPlay, grazie ai quali è possibile riprodurre alcune app certificate del proprio smartphone direttamente sul display della macchina, mantenendo le funzioni touchscreen. Il Sistema AVN è collegato ad un sistema audio di alta qualità prodotto dalla Harman Kardon, composto da sei altoparlanti (versione da 10 in optional). Tra le “chicche” da segnalare, sono da citare anche il sistema di riscaldamento del volante, due posizioni memorizzabili per i sedili frontali e persino il riscaldamento per i sedili posteriori laterali.
Motore e Prestazioni:
Buono spunto e consumi in linea con il segmento
Il modello affidato alla nostra valutazione è forse uno dei più interessanti per il mercato italiano. Parliamo infatti del 1.700 CRDi con potenza da 141 CV (104 kW) e coppia da 340 Nm. Si tratta di un quattro cilindri turbo, la cui potenza è disponibile dai 4.000 giri, mentre la coppia massima è subito sfruttabile tra i 1.750 e i 2.500 giri al minuto. Questo garantisce alla vettura un discreto scatto e una buona praticità di utilizzo, soprattutto con l’ottimo cambio automatico 7DCT a sette rapporti (di serie a listino è fornito il manuale a 6 marce). Secondo i dati ufficiali della casa, la Optima Sportswagon è in grado di arrivare fino a 200 km/h di velocità massima, mentre lo scatto con il cambio automatico permette di toccare i 100 in circa 11 secondi. In entrambi i casi si tratta di risultati pienamente raggiungibili anche nella guida reale.
Discorso a parte va fatto per i consumi. Il 1.700 CRDi è omologato secondo la legislazione Euro 6 e sempre secondo i dati ufficiali della casa è in grado di ottenere un consumo nel ciclo combinato di 4,6 litri/100 km. Si tratta naturalmente di dati strumentali, quindi del miglior risultato assoluto ottenibile da questa meccanica. Nella guida reale è un’altra cosa: l’auto è stata in mano nostra per circa due settimane e alternando una guida più sportiva ad una più tranquilla, con diversi percorsi autostradali ad alta velocità, abbiamo ottenuto una media di 8,4 litri/100 km. Si tratta di circa 12 km di percorrenza al litro, ma ottenuti in un periodo di tempo molto breve. Secondo le nostre previsioni, sul lungo periodo si possono ottenere risultati reali da 14-15 km al litro, perfettamente in linea con le medie del segmento.
Comportamento su Strada:
Più da crociera che da corsa
Nonostante il nome e la presenza del selettore della modalità di guida, è bene essere coscienti di una cosa prima di mettersi alla guida della Optima Sportswagon: non si tratta di un’auto pensata per correre. Con questo non vogliamo dire che sia “lenta”, anzi. Non le si deve però chiedere più di quanto non possa dare. Il suo obiettivo non è fare le corse, bensì viaggiare a lungo, possibilmente nel massimo comfort. Un obiettivo assolutamente centrato, in quanto tutto ciò che troviamo nella Optima sembra puntare alla massima tranquillità e piacevolezza. Il volante risponde molto bene ai comandi e l’abitacolo è talmente ben insonorizzato che anche alle andature più sostenute la sensazione di velocità restituita ai passeggeri sarà sempre inferiore di molto al reale. Se a questo aggiungiamo i numerosi sistemi di sicurezza attiva e passiva equipaggiati, dal cruise control adattivo alla frenata di emergenza, allora ci rendiamo conto di avere per le mani una vera e propria auto da crociera, manovrabile però in tutta tranquillità. La videocamera per la retromarcia restituisce una comodissima visuale simulata a volo d’uccello, ma vi servirà quasi solo per sicurezza. Se avrete installato infatti il Park Assist, compatibile sia con parcheggi paralleli che perpendicolari, difficilmente saprete resistere alla tentazione di parcheggiare in tranquillità con il volante che si muove da solo. Le sospensioni indipendenti, infine, garantiscono un’eccellente manovrabilità anche a pieno carico, una situazione che una simile auto si dovrà ritrovare ad affrontare spesso.
Tutto ciò comunque non significa assolutamente che la Optima Sportswagon non sappia restituire qualche emozione. Inserendo la modalità Sport con il selettore posto al di sotto del cambio, infatti, la coppia inizia a spingere sensibilmente di più e i più attenti riusciranno anche a sentire un leggero cambio nella voce della vettura. Il volante rimane quasi uguale, ma ciò non è certo un male, essendo già molto preciso di partenza. È possibile divertirsi un po’ senza preoccupazioni e senza nemmeno alzare di troppo i consumi. Semplicemente non è questa l’auto che portereste ad un track day, ma in fondo non è nemmeno la sua intenzione principale.
Prezzi:
Non costa poco, ma vale
La versione che abbiamo avuto in prova, come detto, è una delle più vicine al top di gamma. La Optima Sportwagon 1.7 CRDi 141 CV GT Line con cambio automatico, quindi, non è una vettura che potrà per forze di cose costare poco. Per questo modello, però, si parte comunque da 37.500 €, un prezzo perfettamente in linea con le medie del mercato delle station di segmento D. Sarà necessario aggiungere qualcosa per gli accessori, ma anche in questo caso si avrà in cambio un’auto che vale assolutamente i soldi spesi, con una qualità percepita di livello premium. Il modello di base, sempre con il 1.700 diesel e il cambio manuale a sei marce, parte da 30.500 €, quindi solo 1.000 € in più rispetto alla berlina. Questo, sul nostro mercato, potrebbe ingolosire parecchio chi ha particolari esigenze di trasporto.
Pro e Contro
Ci Piace | Non Ci Piace |
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- Design sportivo senza rinunciare alla capienza - Interni di livello premium - Tecnologia molto curata e abbondante | - Prezzo impegnativo - Anche in modalità sport non aggiunge molto brio - Pulsanti infotainment ancora un po' troppo piccoli |
Kia Optima Sportswagon 1.7 CRDi 141 CV: la Pagella di Motorionline
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