La Mustang GTD torna all’Inferno Verde: Ford a caccia di gloria sul Nürburgring [VIDEO]

Ford è tornata a sfidare il leggendario Nürburgring Nordschleife

Ford è tornata a sfidare il leggendario Nürburgring Nordschleife, teatro della straordinaria impresa compiuta nell’estate 2024. Era il 7 agosto quando la Mustang GTD, la muscle car estrema dell’Ovale Blu, ha riscritto la storia diventando la più veloce auto americana di serie a girare sull’“Inferno Verde”, fermando il cronometro su un impressionante 6:57,6. Il risultato, annunciato ufficialmente a dicembre dallo stesso CEO Jim Farley, non è stato un punto d’arrivo: Ford ha promesso un ritorno nel 2025 per spingere ancora oltre i limiti di questa belva da pista targata USA.

Gli avversari

Recentemente, la GTD è stata avvistata in piena modalità “attacco al tempo”, segno che a Dearborn fanno sul serio. Tuttavia, colmare l’enorme gap che la separa dal record assoluto per vetture di serie, quel 6:29 firmato dalla Mercedes-AMG One, appare poco realistico. Più plausibile invece è che Ford punti a rivali come la Porsche 911 GT3 (6:55), cercando magari di avvicinarsi alle prestazioni di modelli ancora più estremi come la GT3 RS (6:49) o la AMG GT Black Series (6:43).

Con un listino che parte da 325.000 dollari, la Mustang GTD gioca nel territorio delle supercar europee e deve dimostrarlo anche in pista. Il confronto con la 911 GT3 RS, che costa “solo” 241.300 dollari, è inevitabile. Ma la GTD ha le carte in regola: sotto il cofano, un V8 sovralimentato da 5,2 litri progettato ad hoc, capace di erogare 815 CV e 900 Nm di coppia. Numeri da brivido, che spingono l’auto fino a una velocità massima di 325 km/h—seconda solo alla mitica Ford GT.

In serie limitata

Esteticamente, la GTD sembra più un’arma da track day che un’auto omologata per la strada. E infatti, Ford ha già avvertito che in alcuni Paesi europei potrebbe non essere legale su strada. Con una produzione limitata tra 300 e 700 esemplari all’anno, sarà comunque una rarità. E per chi sogna di rivenderla subito a peso d’oro, meglio pensarci due volte: la casa ha vietato la rivendita nei primi due anni.

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