L’auto esplosa in tangenziale a Napoli era un prototipo ibrido solare del Cnr: la causa forse un problema alle batterie
Nell'incidente due ustionati in gravi condizioni: una ricercatrice di 64 anni e un tirocinante di 25 anni
L’auto esplosa improvvisamente mentre transitava sulla tangenziale di Napoli, venerdì 23 giugno intorno alle 14, non era una normale vettura ma un prototipo di auto ibrida, alimentata da energia solare e benzina, e concessa dall’Università di Salerno al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per un progetto di ricerca sull’alimentazione ibrida solare. Smentita dunque l’ipotesi iniziale che l’auto potesse trasportare bombole di ossigeno, attrezzature elettromedicali o qualche altra sostanza pericolosa che potesse spiegare la violenta esplosione.
Due ustionati gravi
Il prototipo che in pochi attimi è stato divorato dalla fiamme, creato nell’ambito del progetto di transizione energetica “Life” dell’Unione europea, è stato elaborato dall’Istituto Motori del Cnr di Napoli, ente nel quale lavora la professoressa Maria Vittoria Prati, 64 anni, che si trovava a bordo dell’auto esplosa, insieme a Fulvio Filace, studente tirocinante di 25 anni. Entrambi sono ricoverati in gravi condizioni al Centro Grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, dove la donna combatte tra la vita e la morte, mentre il giovane, soccorso in condizioni meno drammatiche, non è però ancora fuori pericolo.
Chirone (Cnr): “Per ora non abbiamo alcuna spiegazione”
Si cerca di capire cosa abbia causato l’esplosione, anche per accertare eventuali responsabilità nell’accaduto. Un evento al momento inspiegabile anche per il direttore dell’Istituto Motori del Cnr di Napoli, Riccardo Chirone, che annunciando di aver disposto un audit interno ha affermato a Repubblica: “Siamo ancora tutti sconvolti per quanto è accaduto. Sono passati quasi tre giorni dall’incidente e non possiamo avere alcun tipo di spiegazione, per ora. L’unica certezza è che la professoressa Maria Vittoria Prati è una ricercatrice di lungo corso e non avrebbe mai commesso imprudenze, in nessun caso. Anzi, dobbiamo ritenere che quel breve viaggio, in quell’auto prototipo, fosse uno dei tanti che nel corso delle sue ricerche aveva compiuto”.
Un problema alle batterie potrebbe essere la causa dell’esplosione
Mentre la polizia stradale sta portando avanti l’elaborazione dei rilievi eseguiti sui resti dell’auto distrutta dall’esplosione, la procura di Napoli ha aperto un fascicolo, per il momento senza alcun indagato. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è anche quella che a “scatenare” l’esplosione possa essere stato un problema alle batterie.
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