L’automotive è un settore ancora poco attrattivo per le donne

Tuttavia, le iniziative aziendali a favore della parità di genere stanno iniziando a produrre cambiamenti

L’automotive è un settore ancora poco attrattivo per le donne

Le donne continuano a percepire il settore automotive come poco attrattivo dal punto di vista professionale, principalmente a causa della difficoltà di conciliare vita privata e lavoro e delle limitate opportunità di carriera. Tuttavia, le iniziative aziendali a favore della parità di genere stanno iniziando a produrre cambiamenti. Situazione diversa per le categorie protette: in Lombardia, mancano oltre 16.000 lavoratori con disabilità, con molte aziende che preferiscono pagare sanzioni piuttosto che assumere.

L’automotive e le donne al centro della quarta edizione del Pink Motor Day

Questi temi sono stati al centro della quarta edizione del Pink Motor Day a Milano, organizzato da LabSumo con il patrocinio di istituzioni e associazioni del settore. Uno studio internazionale ha evidenziato che solo il 7,7% delle donne considera l’automotive un settore ideale per lavorare, a causa di concorrenza elevata, salari non competitivi e scarsa rappresentanza femminile. Nonostante ciò, l’82% delle lavoratrici riconosce l’impegno delle aziende verso un ambiente più inclusivo.

Cristina Reduzzi, Division Manager Manufacturing & Industry 4.0 di Gi Group, ha commentato: “Il settore automotive è storicamente dominato da un pubblico maschile, sia tra i clienti che tra i professionisti. Tuttavia, la nostra ricerca globale evidenzia alcuni aspetti positivi che le donne del settore apprezzano, come la formazione continua, le opportunità di trasferte internazionali, il prestigio delle aziende, la dinamicità e l’uso di tecnologie avanzate. La sfida rimane aperta per l’industria automotive: migliorare la propria immagine e, attraverso cambiamenti organizzativi strutturati, ridurre le condizioni di lavoro gravose, garantire pari opportunità salariali e promuovere un adeguato work-life balance, indispensabile per entrambi i sessi.”

Durante l’evento, le testimonianze di manager, imprenditrici e giornaliste hanno sottolineato l’importanza di promuovere la parità di genere e l’inclusione nel settore automotive e della mobilità, non solo per ragioni etiche, ma anche per migliorare la competitività aziendale. I dati evidenziano che c’è ancora molto da fare in Italia riguardo all’inclusione. In particolare, i lavoratori appartenenti alle categorie protette non sono considerati una priorità per molte aziende, che spesso preferiscono pagare sanzioni piuttosto che assumere disabili, contravvenendo agli obblighi di legge.

In Lombardia, ad esempio, mancano oltre 15.000 posti di lavoro per disabili. Un esempio positivo di inclusione viene dal ristorante Pizzaut, gestito da giovani autistici, che offre opportunità concrete di lavoro. Melissa Crespi di Valore D ha sottolineato che l’inclusione è fondamentale per liberare il potenziale di ogni individuo e che le aziende che investono in essa hanno il 39% in più di probabilità di superare i concorrenti.

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