Luca de Meo (Renault): “Con la Cina serve un accordo, dobbiamo concederle il 15% del mercato”
Il CEO del costruttore francese: "Come abbiamo approfittato 25 anni fa della crescita del mercato cinese, e in cambio abbiamo dovuto fare investimenti, dobbiamo fare la stessa cosa con loro"
Mentre sullo scenario automobilistico mondiale imperversano i dazi, per Luca de Meo, CEO del Gruppo Renault ed ex presidente di Acea, la strada da percorrere per l’industria europea va da tutt’altra parte, quella di una dialogo costruttivo, considerando l’imposizione dei dazi nei confronti delle auto cinesi utile solo nell’immediato, ma non nel lungo periodo.
Il numero uno del costruttore francese, che sotto la sua guida continua a crescere sul mercato come confermano i risultati finanziari del 2024, ha affermato che l’Europa dovrebbe arrivare ad un accordo con la Cina.
Dare a loro il 15% del mercato in cambio di investimenti dei cinesi in Europa
Luca de Meo, intervenendo al convegno “Innovare per tornare a crescere – Superare le crisi, costruire il futuro delle imprese e del lavoro” svoltosi al Kilometro Rosso di Bergamo, ha detto: “Come abbiamo approfittato 25 anni fa della crescita del mercato cinese, e in cambio abbiamo dovuto fare investimenti, dobbiamo fare la stessa cosa e dare loro il 10%-15% del mercato, che ha un valore per i cinesi“.
“L’abbiamo fatto con i giapponesi, con gli americani e con i coreani – ha proseguito l’amministratore delegato di Renault – che in totale fanno il 25% del mercato europeo, non vedo perché non farlo con i cinesi. Loro vogliono fare business, però in cambio dobbiamo avere degli investimenti di costruttori cinesi che possono anche aiutare la filiera a trasformarsi, in particolare su tutta la parte della catena del valore della vettura elettrica”.
I dazi utili solo per qualche anno
Parlando dei dazi europei sulle auto prodotte in Cina, de Meo ha detto che “ci fanno un po’ da schermo per qualche anno” ma che non sono la soluzione definitiva al problema, sottolineando che nel lungo periodo la vera sfida è rimanere competitivi e che l’Europa, con le adeguate politiche industriali, ha la possibilità di farlo.
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