Mar.co E-Motion 44: la prova del maxi rib da Cannes [VIDEO]
Le sensazioni di Maurizio Bulleri sul modello italiano
C’è chi dice che i maxi rib non hanno le stesse qualità di costruzione o le stesse prestazioni degli open. Ne riparliamo alla fine di questo servizio. Intanto, vi invito a salire con noi a bordo di Mar.co E-Motion 44. È costruito interamente, cioè scafo, coperta e hard-top, con l’infusione di resina vinilestre sottovuoto. E per chi non lo sapesse, dico che questo metodo è uno dei migliori perché garantisce resistenza, durata e leggerezza. Molte parti come il garage, il pozzo catena e alcuni portelli sono realizzati in contro stampata per avere anche nelle parti interne lucentezza e facilità di pulizia. Queste tecnologie richiedono molta esperienza e Mar.co le utilizza ormai da molti anni.
Le caratteristiche
Il cantiere ha ritenuto che la prima dote di un suo modello dovesse sempre essere la capacità di navigare al meglio in ogni situazione. Così anche E-Motion 44 è nato su un’opera viva con V molto profonda, per darci l’entusiasmo di passare veloci e sicuri sulle onde. Probabilmente vi sto annoiando con questi argomenti tecnici e allora adesso ve lo faccio vedere. Mar.co ha ceduto alla moda e ha realizzato le murate abbattibili che sono sempre più richieste, al punto di essere diventate un tool di vendita. Aprendo le fiancate, il baglio passa da 4 metri e 55 centimetri a 5 metri e 60 centimetri. Al contrario di altri modelli, queste si abbattono sino a toccare la superficie e contribuiscono quindi alla riduzione del rollio alla fonda. Quando sono chiuse accompagnano magnificamente il profilo esterno.
Scafo e coperta sono verniciati con tinte metallizzate a scelta. Quella poppiera è l’area più importante per la vivibilità, per il contatto con il mare. Per riservarne la bellezza estetica hanno raccolto in una zona dedicata e nascosta l’imbarco carburante, la presa elettrica di banchina e la doccia. Sotto questo portello la predisposizione per il verricello elettrico e l’ancora di poppa per un ormeggio in rada più sicuro. Qui sotto tanto spazio per le attrezzature da bagno e per lo snorkeling. Per scendere a terra c’è una passerella molto lunga, completa di tienti bene. Regolando l’altezza dei tavoli elettroidraulici otteniamo il prendisole. Le imbottiture sono realizzate con materiale a cellula chiusa e drycell per non trattenere l’acqua. Il riparo dell’hard-top può essere esteso verso poppa con un tendalino teso tra quattro pali di carbonio.
Il rivestimento del pagliolato è di Marine Mat, marchio premium americano, eccellente per il grip antiscivolo, la facilità di manutenzione e pulizia. Le elaborazioni che vedete sono opera dell’importatore italiano Italdeck. Qui hanno optato per una colorazione simile alla verniciatura dello scafo, ma potete sbizzarrirvi scegliendo tra una quarantina di colori e sette diversi spessori per ottenere sotto i piedi la morbidezza, l’elasticità, il comfort che volete. Il mobile cucina, piuttosto grande, contiene tra l’altro due frigoriferi da 100 litri. Di questa postazione di pilotaggio mi piace tutto, ma in particolare queste poltroncine, perché posso sedermi, puntellare i piedi e sono protetto da queste spallette verticali. Così quando lo scafo va in sbandata mi sento più tranquillo, anche se al comando c’è un pilota un po’ matto. Qui a prua la falchetta per quanto basta evita le scivolate fuori bordo. I corrimano sui fianchi della tuga ci aiutano a scendere nel pozzetto, dove corridoi ampissimi ci permettono di muoverci in libertà. Ma quanto è bello il profilo frontale di questo hard-top. Qui sotto c’è lo spazio per gli archi di un tendalino che si ribalta sull’appoggiatesta per creare qui una zona d’ombra.
Sotto coperta scopriamo una caratteristica che differenzia questo modello dai concorrenti: un layout con la cabina armatoriale separata con porta, come su uno yacht, al contrario dei più comuni open space, tipici di tutti i maxi rib di questa misura. All’interno tanto spazio di stivaggio, nei pensili, negli armadietti in murata e nei cassetti sotto la cuccetta. Nella cabina ospiti, un’altezza introvabile su altri open di questa grandezza. Le due cuccette si allargano su un cuscino comune per formare un unico largo letto. Tutti intorno tanti stipetti. Nel bagno, c’è il box doccia separato. Prima di andare al comando ancora un’informazione. Mar.co costruisce solo su ordinazione e ciò dà la possibilità di personalizzare il proprio E-Motion 44. Pensate che è addirittura possibile configurarlo per la pesca, insomma trasformarlo in un fisherman.
La prova
Tredici metri e mezzo di lunghezza e la possibilità di montare una potenza massima di 2.000 cavalli. Incredibile, vero? Però, se vi basta una velocità massima intorno ai 40 nodi, sono sufficienti, secondo il cantiere, tre motori da 400 cavalli. Oggi abbiamo un po’ di potenza in più: tre motori da 600 cavalli. Sono i V12 Verado di Mercury. Totale 1.800 cavalli. Basta appoggiare la mano sulla manetta e siamo a 15 nodi. Non c’è differenza di assetto tra il dislocamento e la frenata, perché il gommone, lo scafo, sale perfettamente da prua a poppa parallelo alla superficie. Questo significa che possiamo scegliere qualsiasi andatura, sicuri di avere un rendimento ottimale. Questi motori li conosciamo bene: 12 cilindri a V, 7.600 centimetri cubi e soprattutto il corpo motore, il blocco e il gambale attaccati allo specchio di poppa in maniera rigida, solidale. C’è solo il piede sterzante, questo significa che possiamo avere meno vibrazioni e che la struttura nel complesso comunque è più robusta. Sono installati su un bracket, che ha anche una funzione idrodinamica importante. Allungare lo scafo poi alla fine serve anche per navigare meglio, oltre che per avere prestazioni migliori.
Siamo in prima marcia, sì, perché questo motore ha il cambio automatico a due velocità. La prima ci permette un’accelerazione brillante. Prendiamo la scia di un grande yacht che è passato davanti a noi, l’impatto è morbidissimo. Per navigare ho scelto questa giornata di mare mosso davanti a Cannes, con un vento di maestrale che soffia forte, perché ho sempre avuto la sensazione che Mar.co costruisse dei gommoni che sono fatti soprattutto per affrontare il mare, le onde, per navigare con il mosso, con il vento forte e voglio vedere se anche nel caso di questa ammiraglia sono riusciti in questo obiettivo. È fantastico come accarezza la superficie. Sono a 30 nodi, il consumo è di 6,7 litri per miglio. Proviamo un po’ la sua agilità. Ora mi metto al traverso. Vado a prendermi le onde e il vento nella condizione peggiore. Dovrei ricevere da questo lato schizzi. No, vanno via, sono allontanati perfettamente.
Adesso ritorno a prenderne un po’ di altre scie, di altre imbarcazioni che si sommano al moto ondoso che già esiste e, nel frattempo, do gas. E anche un po’ di trim. Guardate come lo scafo si alza, si asciuga. 4.800 giri, velocità di crociera tranquillissima per questi motori e siamo a 38 nodi. Onde confuse che arrivano da tutte le parti, ma la rotta viene mantenuta senza alcuna correzione sul timone. È il momento di aumentare, di sentire come affronta le onde in una condizione un po’ più difficile, con ancora un po’ di trim. Siamo in seconda marcia, quella che ci dava velocità, le prestazioni. I consumi è chiaro sono saliti, siamo intorno ai 9 litri per miglio, ma abbiamo un serbatoio con una capacità notevole 1.700 litri. Anche il serbatoio dell’acqua è superiore alla media a 290 litri, ma adesso parlare di questo non ci interessa, adesso vogliamo mettere giù la manetta! È favoloso, perché navigo nella condizione peggiore con cui affrontare le onde e sono a 50 nodi. È meraviglioso. Mar.co E-Motion 44 è bellezza, è moda, ma soprattutto è capacità di navigare anche in condizioni difficili, in maniera entusiasmante.
Seguici qui
