Meno incidenti ma più omissioni di soccorso sulle strade italiane
Secondo l'Asaps sono 1.009,36 i casi in più rispetto al 2013
Diminuiscono gli incidenti sulle strade ma aumenta il numero dei pirati al volante. Secondo il bilancio stilato dall’Asaps, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, il numero dei sinistri è diminuito del 6% nel 2014, ma il reato dell’omissione di soccorso continua a rappresentare una piaga ancora aperta, con 1.009,36 casi in più rispetto al 2013.
A detenere questo macabro record è la Lombardia, con il 15,9% di episodi di pirateria, seguita dall’Emilia-Romagna (11%), il Veneto (9,3%) e il Lazio (9,1%), quindi da Campania, Toscana, Sicilia e Puglia. Solo due casi in Valle D’Aosta e uno in Basilicata. La situazione nella Capitale invece rimane critica, con 39 eventi gravi a rappresentare il 3,9% del totale nazionale.
In merito alle omissioni gravi, i dati dell’Osservatorio il Centauro-Asaps parlano di un aumento di quasi il 4%. E in aumento sono anche le vittime (119) e i feriti (1.224), specialmente tra i pedoni (38,6% dei decessi e 33,8% dei ricoveri) e i ciclisti (20,2% e 11,8% rispettivamente).
Un ulteriore dato inquietante è quello relativo alle categorie deboli, con 132 minori coinvolti in episodi di pirateria nel 2014 (81 sotto i 14 anni, di cui 5 rimasti uccisi), mentre gli anziani sono stati 152.
Da leggere invece in modo positivo un altro dato in aumento, quello relativo alle identificazioni. Secondo l’Asaps, nel 2014 sono stati resi noti alle forze dell’ordine 583 colpevoli del reato di omissione di soccorso (pari al 57,8% degli autori): il 2% in più rispetto al 2013. Di contro però è diminuito il numero degli arresti, 20,8% rispetto al 26,9% dell’anno precedente: il più delle volte (oltre il 79% dei casi) le indagini portano solamente a una denuncia a piede libero.
Poco chiari i dati su alcool e droga, dove sono solamente 13 gli episodi accertati di guida sotto l’effetto di stupefacenti. L’Asaps illustra questo fenomeno spiegando come non abbia più senso procedere con le analisi mediche se il pirata della strada è stato rintracciato dopo giorni dal reato.
Altri dati relativi alla pirateria stradale illustrano come questo fenomeno sia principalmente “diurno” – nell’84,3% dei casi nel 2014. I responsabili sono per lo più uomini di età compresa tra i 18 e i 45 anni (tre quarti di nazionalità italiana), mentre il dato relativo alle donne è del 10%.
La paura di vedersi ritirare la patente, insieme alla consapevolezza di guidare sotto l’effetto di alcool o droga, e la mancanza della copertura assicurativa, sono tra le principali ragioni di fuga. Nel 2014, nel 9% dei casi di omissioni di soccorso, è stata rilevata la presenza di tagliandi dell’assicurazione RC auto scaduti o falsificati.
Secondo Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, la pena di tre anni prevista per l’omissione di soccorso in presenza di feriti è “inconsistente”. “Solo in caso di incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi: questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe essere tra quelli previsti nella sfera dell’omicidio stradale”, ha dichiarato Biserni.
La riforma del Cds dovrebbe essere pronta entro l’anno, “Ma il provvedimento – prosegue il presidente dell’Asaps – cammina lento, molto più lento della velocità dei pirati della strada”.
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