Nuove tariffe UE: come stanno reagendo i produttori di auto elettriche cinesi?
Impatto dei dazi sulle auto elettriche cinesi
L’impatto dei nuovi dazi imposti dall’Unione Europea sulle auto elettriche di produzione cinese sta già lasciando segni tangibili sul mercato. Secondo un’analisi di Automotive News, basata su dati di Dataforce, le immatricolazioni dei marchi cinesi BYD e MG hanno subito una contrazione del 45% nel mese di luglio rispetto a giugno, nei 16 Paesi dell’UE che hanno già pubblicato i dati di vendita.
Riduzione delle vendite a luglio
Questa riduzione potrebbe essere parzialmente spiegata dall’impennata delle consegne registrata a giugno, in cui molti concessionari hanno anticipato le vendite per evitare l’impatto dei dazi entrati in vigore il 5 luglio. Il calo delle vendite dei brand cinesi si inserisce in un contesto più ampio di rallentamento del mercato delle auto elettriche, che ha visto una diminuzione complessiva del 36%. Anche i marchi occidentali come BMW, Stellantis e Tesla, che producono alcuni dei loro modelli in Cina, sono stati coinvolti nelle conseguenze delle nuove tariffe.
Previsioni per il futuro
Nonostante le previsioni indichino una possibile continuazione di questa tendenza negativa, anche se attenuata, nel mese di agosto, i produttori cinesi non sembrano disposti a rinunciare alle loro ambizioni di espansione in Europa. Dal 2019, marchi come MG e BYD hanno visto una crescita continua, arrivando a conquistare una quota di mercato dell’8,5% a luglio 2024, con un aumento dello 0,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In particolare, BYD ha triplicato le sue vendite rispetto a luglio 2023, mentre MG ha registrato una flessione del 20%.
Strategie di espansione di BYD
Per rafforzare la propria posizione nel mercato europeo, BYD ha adottato strategie aggressive, come la sponsorizzazione dei campionati europei di calcio e l’apertura di uno stabilimento in Ungheria, che le permetterebbe di aggirare i dazi.
Indagine anti-dumping della Commissione Europea
Questi dazi, entrati in vigore il 5 luglio, sono il risultato di un’indagine anti-dumping avviata dalla Commissione Europea, che ha accusato Pechino di sovvenzionare i propri produttori, consentendo loro di mantenere prezzi più bassi rispetto alla concorrenza. A meno che non vengano raggiunti accordi in extremis tra l’UE e la Cina, le tariffe diventeranno permanenti a novembre 2024.
Risposta della Cina e pressioni su Bruxelles
In risposta, la Cina ha attuato contromisure su vari prodotti europei e ha presentato un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio contro l’UE. Nel frattempo, in Europa, le associazioni di categoria e i costruttori stanno esercitando pressioni su Bruxelles per una revisione della decisione.
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