Nuovo Dpcm, zona arancione: Puglia e Sicilia, stop agli spostamenti tra comuni e in entrata e in uscita dalle Regioni
Prevista anche la chiusura di bar e ristoranti
Nel secondo livello di rischio, quello intermedio, contraddistinto dall’area arancione, il nuovo Dpcm firmato nelle scorse ore dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono state inserite due regioni, ossia Puglia e Sicilia.
L’inserimento nella zona arancione, stabilito secondo 21 parametri valutati dal ministero della Salute e dal CTS, di Puglia e Sicilia prevede per queste regioni delle misure più restrittive rispetto a quelle adottate per l’area gialla. Restrizioni più stringenti dettate appunto dalla maggiore criticità relativa alla diffusione del contagio da Covid-19.
Blocco alla mobilità tra aree e tra comuni
Ai provvedimenti in atto nella zone gialle che rimangono confermati, nelle regioni arancioni si aggiungono misure inasprite che riguardano in particolar mondo la mobilità e le attività di ristorazione. Nelle regioni inserite nella fascia arancione è vietato, fino al 3 dicembre, ogni spostamento, in entrata e in uscita, salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza, sempre da giustificare attraverso l’esibizione dell’autocertificazione (qui il modulo da scaricare).
Oltre al blocco della mobilità fra aree, in Puglia e Sicilia è inoltre vietato ogni tipo di spostamento da comune all’altro. Ci si potrà muovere dal proprio comune di residenza, domicilio o abitazione verso un altro comune soltanto per comprovate esigenza lavorative, di studio, per motivi di salute o di necessità, sempre da dimostrare con autocertificazione alla mano. Nelle zone arancioni non ci può dunque spostare tra comuni ad esempio per far visita ai congiunti.
Chiudono bar e ristoranti
Novità importanti rispetto all’area gialla sono inoltre prevista per diverse attività commerciali del settore della ristorazione. In particolare nelle zone arancioni è prevista la chiusura per tutto il giorno e 7 giorni su 7 di bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie, ad esclusione delle mense e del catering, consentendo alle attività di ristorazione l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza restrizioni.
Seguici qui