Opel Vivaro-e Hydrogen: la tecnologia a zero emissioni del futuro? [FOTO]
Ancora poco diffusa (in Italia), ma molto sovvenzionata in mercati importanti
Nella continua ricerca della soluzione ideale per la mobilità a zero emissioni, vi sono alcune soluzioni che per ora vengono sposate da pochi, anche se potrebbero avere un potenziale molto interessante. È il caso dei motori a idrogeno con celle di combustibile (fuel cell), che, però, tra i suoi estimatori può contare lo stesso gruppo Stellantis, che lo applica su diversi veicoli del suo parco, a cominciare dal nuovo Opel Vivaro-e Hydrogen. Per spiegare pregi e difetti di questa tecnologia, è stato organizzato un workshop a Milano a cui anche noi di Motorionline abbiamo potuto partecipare.
Perché l’idrogeno?
Quali sono esattamente i vantaggi della tecnologia a idrogeno rispetto ad altre a emissioni zero (almeno allo scarico) come l’elettrico o persino rispetto ai normali motori a combustione interna? Prima di tutto è possibile effettuare il rifornimento in poco tempo (Opel stima un pieno in 3 minuti, come con la benzina). Inoltre con minori costi l’idrogeno permette di avere una maggiore autonomia. Infine, ovviamente, abbiamo gli stessi vantaggi dei motori elettrici, quindi emissioni zero, accesso alle zone a traffico limitato e decarbonizzazione delle stesse aziende. Sono occorsi ben 20 anni di ingegnerizzazione per arrivare al punto in cui siamo oggi, ma Lars Peter Thiesen, responsabile strategie di distribuzione dei veicoli a idrogeno e fuel cell di Opel, si è detto convinto che il “grosso” ormai sia stato fatto e quanto è stato necessario per arrivare su strada in Germania non debba essere replicato anche negli altri Stati, che quindi potranno accedere alla tecnologia in modo più veloce. Rimangono, però, ancora due problemi da risolvere: la rete di distributori (in Italia ne troviamo solo uno a Bolzano e due in arrivo a Venezia e Milano, mentre la Germania ne ha 94 con altri 12 in apertura a breve) e la produzione di idrogeno verde, ovvero una tipologia di idrogeno con un basso impatto ambientale (la tecnologia attuale per produrlo, infatti, è particolarmente problematica dal punto di vista della sostenibilità).
L’Opel Vivaro-e Hydrogen
La proposta del marchio del fulmine all’interno di Stellantis (anche Citroën e Peugeot hanno dei modelli in gamma) è l’Opel Vivaro-e Hydrogen, che nel momento in cui scriviamo è venduto in Germania e in Francia. Questi due Paesi sono stati scelti in quanto dotati di un’ampia rete di distributori, godono di diversi incentivi statali (in Germania il Governo copre fino all’80% della differenza di prezzo tra il modello fuel cell e il normale a combustione interna) e possono contare su una rete di assistenza addestrata ad operare su questi mezzi. Come sempre, però, si fa un po’ presto a parlare di “idrogeno fuel cell”. Ovviamente ci sono diverse tipologie di motore, nello specifico tre: il modello “range extender”, che utilizza l’idrogeno per aumentare l’autonomia di un modello con motorizzazione differenze; il “full power”, ovvero quando l’intero sistema si basa solo sull’ idrogeno; infine il “mid power”, che è quello usato sul Vivaro-e. Questo sistema prevede la presenza di tre serbatoi con una capacità totale di 4,4 kg di idrogeno, una gruppo di celle di combustibile da 45 kW e, in più, una batteria plug-in da 10,5 kWh. Quest’ultima regala al Vivaro-e fino a 50 km di autonomia in più senza aver alcun bisogno di un distributore di idrogeno, portando il totale a 400 km. Grazie a questo trittico, l’Opel Vivaro-e Hydrogen vanta una velocità massima di 110 km/h, uno 0-100 completato in 15 secondi e una portata fino a 1.000 kg, pari al modello a combustione interna. Il tutto con un vantaggio sia in termini di emissioni che di costi, senza dimenticare che la sicurezza della struttura è stata notevolmente migliorata nel corso degli anni. Avete sentito parlare di serbatoi che esplodono? Tecnicamente questo non è più possibile, sia perché questi vengono testati (vengono lanciati da grandi altezze, gli si spara contro, ecc.), sia perché l’idrogeno è 14 volte più leggero dell’aria, per cui anche in caso di fuoriuscita, contrariamente a benzina e GPL, questo non rimane a terra costituendo pericolo di incendio o avvelenamento, ma si disperde rapidamente nell’aria.
È questo il futuro?
Ovviamente se il futuro dell’auto elettrica è relativamente incerto, quello dell’idrogeno lo è ancora di più. In alcuni Paesi ha attecchito, ma i problemi in Italia sono noti. Per ora abbiamo solo un distributore di idrogeno a Bolzano, un secondo è in via di apertura a Venezia e un terzo sta per essere approvato a San Donato, in provincia di Milano. Troppo poco, anche se bisogna ricordare che per il momento la clientela di questi veicoli non è il cittadino comune, ma i professionisti e le grandi aziende con necessità di circolare con un veicolo commerciale leggero. Non a caso in Germania il più grande cliente del Vivaro-e Hydrogen è la nota compagnia di elettrodomestici Miele. Il piano, però, è ben tracciato e in futuro potremmo vedere ulteriori evoluzioni. Stellantis in questo momento è in grado di produrre 1.000 veicoli all’anno, distribuiti su vari marchi del gruppo. Entro il 2024 dovrebbe essere presentato un van di grandi dimensioni, mentre la capacità produttiva punta ad arrivare sulle 10.000 unità all’anno. Nel 2025 è previsto lo sbarco negli Stati Uniti e la presentazione di un pick-up a idrogeno. Se queste mosse avranno successo, allora in futuro potremo vedere molto più idrogeno (o meglio, non vedere) in giro per le nostre strade.
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