Pacchetto auto Ue, Murano (UNEM): “Si apre uno spiraglio, ma non è ancora risolutivo”
Murano: "Serve più coraggio su neutralità tecnologica e biocarburanti, proposta timida e complessa nelle sue articolazioni"
Una presa d’atto che le politiche adottate finora non hanno prodotto i risultati ipotizzati, ma non certo la soluzione in grado di rivitalizzare l’industria automotive europea: è questo in sintesi il giudizio espresso dall’UNEM (Unione energie per le mobilità) sulla proposta della Commissione Ue di rivedere i limiti di emissioni di CO2, con un taglio ridotto dal 100 al 90%, delle nuove auto al 2035.
Neutralità tecnologica ancora lontana
“La soluzione proposta dalla Commissione, timida e complessa nelle varie articolazioni, – afferma Gianni Murano, presidente dell’UNEM – appare ancora lontana dagli enunciati principi di neutralità tecnologica. Valorizza molto marginalmente il contributo dei biocarburanti su valori inferiori a quelli già oggi mediamente raggiunti in attuazione della Direttiva RED che nel tempo ha portato ad una significativa penetrazione dei biocarburanti nei combustibili tradizionali, ancora in crescita al 2030. La stessa decisione di creare una sottocategoria normativa che comprenderà veicoli elettrici fino a 4,2 metri, che potranno beneficiare di ‘supercrediti’, la dice lunga sulla volontà della Commissione di considerare il principio di neutralità tecnologica”.
“Le modifiche proposte – prosegue il presidente dell’UNEM – indicano che la Commissione riconosce che l’impianto del Green Deal va modificato, ma manca poi di coraggio per indicare le modifiche necessarie per rispettare veramente il principio di libertà tecnologica e rilanciare una filiera che appare in un profondo stato di crisi”.
La gradualità della transizione e il ruolo dei biocarburanti
“La Commissione – sottolinea Murano – continua ad ignorare cosa vogliono veramente i cittadini europei con un mercato che premia le auto ibride che offrono maggiore flessibilità, consumi più contenuti e minori emissioni, rappresentando una forma di transizione ‘graduale’ verso una mobilità più sostenibile in cui i biocarburanti giocano un ruolo fondamentale e non certo limitato al 3% indicato dalla Commissione”.
“Si introducono poi altre complessità burocratiche e certificazioni sul ‘Made In Europe’ che di sicuro non aiutano l’industria. Dobbiamo quindi ancora impegnarci come filiera e comparto industriale perché si riconosca appieno il contributo dei biocarburanti liquidi e gassosi e si intervenga finalmente per consentire alla industria europea di riguadagnare competitività e leadership nel settore dell’automotive”, conclude Murano.
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