Palm Beach 70: la prova dello yacht di lusso da Maiorca [VIDEO]

Le sensazioni di Maurizio Bulleri dalle acque spagnole

Palm Beach 70: la prova dello yacht di lusso da Maiorca [VIDEO]

Quando sono salito a bordo del Palm Beach GT 50, e poi del Palm Beach GT 60, mi sono innamorato di entrambe e ho pensato non ci sarà più nessuna come loro, o forse no. Palm Beach 70. Certo, questo potrebbe non essere il vostro stile, ma ha un gran fascino, una bellezza intramontabile, un grande classico molto elegante. Quando ammiriamo le barche di questo costruttore, dobbiamo però andare oltre l’estetica e soppesare la qualità di questi yacht, dai materiali e metodi di costruzione, alle preziose lavorazioni artigianali che tra poco vedremo nel dettaglio. Sappiamo che questo yacht, come gli altri Palm Beach, trae ispirazione dalle Lobster Boot del Maine, ma a renderlo così attraente è l’armonia di ogni sua linea, di ogni sua forma, ben diversa da quelle delle barche da pesca.

Le caratteristiche

Palm Beach 70

Nella vista dall’alto, rivela una forma disegnata dal mare. Prua affilata, fianchi ampi a centro scafo e baglio che si stringe verso poppa. Lo guardo alla fonda, in rada, e sento il desiderio di godermi la vita a bordo. Si può scegliere tra quattro colorazioni dello scafo. Il cantiere offre molte possibilità di personalizzazione, non solo scegliendo tra le proposte di layout e stile del costruttore, ma anche sedendosi al tavolo da disegno con l’armatore e il suo architetto per sviluppare insieme gli interni. È l’ammiraglia ed è fatta senza badare a compromessi. È una barca per lunghe navigazioni, per lunghe permanenze a bordo. Una spettacolare scala, dalle forme sinuose, conduce al fly, arredato con una cucina, un mobile bar, poi la zona pranzo e l’aria poppiera per arredi freestanding. Sul ponte di prua, un materassino prendisole solo per due persone, ma si possono stendere asciugamani dappertutto. Questa è la migliore soluzione per non scivolare sul ponte di coperta: un antisdrucciolo con un grip potentissimo. Sulla piattaforma bagno, c’è il grill. Nel garage, un tender da 3,1 metri di lunghezza.

Sulla plancia bagno, un elemento mobile per scendere in acqua o salire in banchina. Il pozzetto è veramente grande e arredato per momenti e piaceri diversi: la lettura di un libro, la convivialità a tavola, l’affaccio sul panorama. Qui si sta bene anche in navigazione perché si è riparati. Definirei raffinata l’eleganza marina degli interni, dove si resta affascinati dalla lavorazione del legno per la costruzione degli arredi e dei rivestimenti. Nel salone, nove posti a sedere sui divani e cinque attorno al tavolo, utilizzando i puff, quattro le sedute fronte marcia. La cucina potete trovarla sul ponte principale o su quello inferiore, conseguentemente cambia il layout. Questa configurazione è magnifica perché, pur essendo sottocoperta, è aperta verso il ponte principale. L’armatoriale a prua ha una grande superficie tra il letto e la zona guardaroba. Oltre l’armadio, ci sono cassetti ovunque. Comoda la zona lettura con poltrona e mensola, sul lato opposto il vanity necessita di un puff. Stupenda la fattura del fascione, che segna la variazione di altezza nel celino. È molto comoda anche la cabina per gli ospiti con letto matrimoniale, armadietto, stipi in murata e ovviamente bagno and suite. La terza cabina, con due letti, può essere utilizzata dall’equipaggio, ma anche dagli ospiti. Nel disimpegno di accesso, c’è una colonna lavanderia e il bagno.

La prova

Palm Beach 70

Al posto di comando, ho tutto sotto controllo ed i display sono a portata di mano. Una situazione perfetta per pilotare con molta attenzione e comodità e, poi, la visuale è ottimale sia davanti sia lateralmente, con questa grande finestratura, che può essere anche apribile. Siamo a Palma de Mallorca, la giornata è stupenda. Una giornata autunnale con mare calmo e assenza di vento, ma questa imbarcazione è adatta anche a navigazioni ben più impegnative. Lo scafo è stato progettato dagli architetti navali del cantiere, che si sono avvalsi di dati e informazioni provenienti niente di meno che dalla NASA e dalla Marina Militare americana, reinterpretati ovviamente da Mark Richard, CEO del cantiere, che ha una grande esperienza di navigazione e di costruzione di imbarcazioni.

Velocità 13 nodi, lo scafo è in planata, non ha cambiato assetto rispetto al dislocamento. Notate, anche in questa fase che dovrebbe essere quella con il massimo spostamento d’acqua, quanto invece sia compatta e poco alta l’onda di scia. È un segno di un perfetto bilanciamento dello scafo, mi piace il modo in cui questa prua fende le onde. È pazzesco, solleva una grande scia, ma è morbida. Entra veramente in maniera dolce. Sono queste le sensazioni che vuoi sentire quando sei a bordo di un’imbarcazione. Questa notevole stabilità è dovuta soprattutto ai metodi di costruzione: lo scafo è realizzato per infusione di resina vinilestere in fibre di vetro e il ponte di coperta, la tuga, il flying bridge e l’hard top sono di carbonio infuso sottovuoto. Tanta robustezza sotto, tanta leggerezza sopra, così vanno costruite le barche. Ho attivato il correttore di assetto automatico della Humphree, per tenere questo angolo di incidenza ideale. È stato tarato veramente bene.

Palm Beach 70

Sul Palm Beach 70, abbiamo la possibilità di scegliere motori e sistemi di propulsione: si parte dall’IPS 1200, due motori Volvo Penta da 900 cavalli, abbinati ai Pod drive. Su questo esemplare, abbiamo però l’IPS 1350, cioè i motori da 1000 cavalli ciascuno. Questi stessi motori Volvo Penta da 1000 cavalli possono essere utilizzati anche con una tradizionale linea d’asse. Scegliete voi tra l’efficienza del Pod Drive e l’affidabilità, la durata, la sicurezza della linea d’asse. Con le diverse potenze e con i diversi sistemi di propulsione, in realtà, le velocità non cambiano molto. Crociera compresa tra 27 e 28 nodi e andatura massima, secondo i dati dichiarati dal cantiere, tra 33 e 34 nodi.

È piacevolissimo manovrare questo timone e questa imbarcazione. Virata perfetta, angolo di sbandamento nullo. Grazie comunque al sistema di controllo, con gli interceptor. Guardiamoci questa barca e questa giornata con un po’ più di gas. Sale il regime, siamo a 2150 giri minuto, non aumenta la rumorosità. L’ambiente è sempre molto confortevole, si apprezza anche la solidità di questa imbarcazione, ma anche il modo con cui hanno evidentemente fissato tutti gli arredi. Non si avverte nessuno scricchiolio, anche questo fa parte del piacere di navigare. D’accordo, non ci sono onde, non è molto sollecitata, ma se ci fosse qualcosa che non va si sentirebbe. Velocità 24 nodi e adesso giù la manetta! Oggi, complici le condizioni di carico, siamo quasi al massimo per quanto riguarda i serbatoi di acqua e carburante, non andiamo oltre i 30 nodi. Noi, a questo punto, abbiamo solo un dubbio: meglio questa versione con il flying bridge o il modello sedan? A voi la scelta…

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