Piano di azione Ue, Crisci (UNRAE): “Incentivi paneuropei? Ben vengano”
L'introduzione di un programma Ue di contributi all'acquisto contrasterebbe la frammentazione del mercato
Nel piano di azione per il settore auto che l’Unione Europea sta studiando insieme ai costruttori tra le possibilità d’intervento prese in esame ci sarebbe anche quella di introdurre degli incentivi Ue per spingere la transizione in modo più organico e omogeneo, oltre alla ridefinizione dei parametri relativi alle multe per le Casa auto che sforano i target sulle emissioni inquinanti.
Ok agli incentivi paneuropei
Ipotesi queste che sono accolte favorevolmente da Michele Crisci, presidente dell’UNRAE, che sul piano di azione al quale si sta lavorando a Bruxelles afferma: “È un dato positivo che si stia valutando l’introduzione di incentivi paneuropei, anziché affidarsi solo a misure nazionali che creano una frammentazione del mercato. Inoltre, accogliamo con favore la disponibilità della Commissione a introdurre della flessibilità nell’applicare le sanzioni per lo sforamento dei target sulle emissioni di CO2. Chiediamo che questi interventi vengano definiti con tempestività e chiarezza, per evitare il rischio di effetti irreversibili”.
Auto aziendali e fiscalità
Crisci si sofferma inoltre sulla necessità di intervenire sul sistema fiscale italiano: “L’attuale regime fiscale sulle auto aziendali è inadeguato e penalizzante rispetto agli altri Paesi europei. Diviene sempre più urgente rivedere la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, oltre a ridurre il periodo di ammortamento a 3 anni. Solo così sarà possibile accelerare il passaggio verso veicoli a basse e/o zero emissioni, incentivando pertanto le imprese a investire in una mobilità più sostenibile.
Riforma sul fringe benefit
Per Crisci è dara rivedere anche la riforma sul fringe benefit: “La recente modifica della normativa sul fringe benefit, che rischia addirittura di premiare anche le motorizzazioni più emissive, necessita di aggiustamenti: va reimpostata in base alle emissioni di CO2 come la precedente, con una progressività più graduale nelle aliquote per non tradursi unicamente in un aumento del gettito fiscale”.
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