Ponte sullo Stretto: le motivazioni del no della Corte dei Conti
Il Mit: "Continua l'iter, già al lavoro per superare i rilievi"
A fine ottobre era arrivato il parere negativo, ora la Corte dei Conti ha reso note le motivazioni per la bocciatura del progetto del Ponte sullo Stretto. Sono tre i punti focali su cui è arrivato il ‘no’: ambiente, tariffe e contratto, che violerebbero alcune direttive dell’Unione Europea. Ma dal Governo si pensa già a come superare gli ostacoli e continuare con questo progetto.
I motivi del no
Entrando nel dettaglio, secondo la Corte dei Conti, il progetto del Ponte violerebbe le direttive UE sulla “conservazione degli habitat naturali e seminaturali” e per “delle modificazioni sostanziali, oggettive e soggettive, intervenute nell’originario rapporto contrattuale”, così come si parla della mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti “in relazione al piano tariffario posto a fondamento del piano economico e finanziario”. Questi sono i tre punti da cui è arrivato il parere negativo.
Il Governo vuole procedere
Immediate, ovviamente, le reazioni politiche. Mentre esultano le opposizioni e gli ambientalisti, il Governo punta a tirare dritto sul proprio piano. L’Esecutivo parla di “attento approfondimento” di queste motivazioni, per confrontarsi con la Corte dei Conti, in un “confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all’Italia un’infrastruttura strategica attesa da decenni”.
È arrivata la nota anche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato dal vicepremier Matteo Salvini, grande promotore del Ponte sullo Stretto: “Continua l’iter per la realizzazione del collegamento tra Calabria e Sicilia, anche alla luce della positiva collaborazione con la Commissione europea. Tecnici e giuristi sono già al lavoro per superare tutti i rilievi e dare finalmente all’Italia un Ponte unico al mondo per sicurezza, sostenibilità, modernità e utilità”.
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