Pressi: “Per spingere l’elettrico servono incentivi strutturati” [SPECIALE MOBILITÀ DEL FUTURO 2024]
Il presidente Motus-E sottolinea come quello delle infrastrutture di ricarica sia un "falso problema"
A Mobilità del Futuro 2024, la giornata di confronto voluta e organizzata da Brugola OEB, abbiamo intervistato Fabio Pressi, presidente di Motus-E, associazione che si occupa della promozione della mobilità elettrica, per farci raccontare il suo punto di vista sul processo di transizione energetica.
Prospettiva allargata
Da associazione che racchiude più di 100 azienda del settore energia, del settore automotive, della componentistica e dei servizi, oltre a degli accademici, Motus-E, spiega Pressi, guarda alla trasformazione elettrica su tutte le componenti: “Oggi non puoi pensare di guardare questo settore senza capire le intersezioni che ci sono tra il mondo dell’energia, che oggi sta installando infrastrutture di ricarica, e il mondo dell’automotive che deve capire come trasformare il motore dei veicoli”.
Le colonnine di ricarica in Italia ci sono
Parlando del lato infrastrutture Pressi, smentendo le fake news circolanti sull’indisponibilità di colonnine, afferma: “Da questo punto di vita l’Italia è messa bene, perché con i suoi 57.000 punti di ricarica, in rapporto alle auto elettriche circolanti che sono poche, il numero è tra più alti in Europa”.
Necessità di incentivi strutturati
Il problema si concentra sulla scarsa domanda di auto elettriche ma di auto più in generale, tema sul quale il presidente di Motus-E individua diverse criticità come quella degli incentivi non strutturati che non hanno fatto altro che aumentare l’incertezza dei consumatori. Servono quindi incentivi strutturati, secondo Pressi, per fare da volano al mercato dell’elettrico.
Il 2035 non è un dogma
Parlando del termine del 2035 Pressi dichiara: “L’errore iniziale è stato quello di trasformarla in un termine entro il quale tutti dovremmo viaggiare in elettrico e invece non è così. Il 2035 è una data per l’industria affinché sia pronta per quella data a vendere solo auto elettriche. È una data per aiutare le aziende ad arrivarci, se viene posticipata di due anni non cambia la sostanza. Non è un dogma il 2035”.
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