Province italiane: è sempre l’auto a dominare, solo il 12% usa i mezzi

Ma c'è accordo sullo stop alle Euro 5 diesel in città

Province italiane: è sempre l’auto a dominare, solo il 12% usa i mezzi

L’auto è sempre il mezzo di trasporto preferito dagli italiani. In particolare per chi abita in provincia e nelle città più piccole, quelle sotto i 250.000 di abitanti. Ben il 67% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di utilizzare la propria vettura per i propri spostamenti e solamente il 12% si affida regolarmente ai mezzi pubblici. Anche se il 60% si dichiara favorevole allo stop diesel Euro 5.

“La nostra nuova instant survey sulle città di provincia italiane evidenzia uno spaccato della mobilità italiana diverso da quello delle aree metropolitane – ha commentato Massimo Ghenzer, presidente di Areté – L’auto è protagonista degli spostamenti per l’assenza di alternative rapide ed efficaci e nel quale anche i più moderni servizi di auto condivisa restano marginali”.

Il risultato del sondaggio

Entrando nel dettaglio, il sondaggio di Aretè ha intervistato gli abitanti di Ancona, Bari, Brescia, Cagliari, Livorno, Padova, Pisa, Salerno, Trieste e Verona e, come dicevamo, il 67% ha risposto di utilizzare abitualmente l’auto per i propri spostamenti. Solamente il 12% si affida ai mezzi pubblici e nella stessa percentuale si muove a piedi, mentre l’8% usa micro-mobilità o bici.

A spingere verso un utilizzo continuo dell’auto, è soprattutto il bisogno di velocità negli spostamenti (54% delle risposte) e la percezione di un’offerta di trasporto pubblico insufficiente (29%). Solo il 36% del campione si dichiara soddisfatto dei mezzi pubblici.

Lo stop dei diesel Euro 5

Nonostante ciò, il 60% degli intervistati si è dichiarato favorevole allo stop delle vetture Euro 5 diesel in città. Il motivo è dovuto principalmente al miglioramento della qualità dell’aria (55%), alla necessità di rientrare nei parametri previsti a livello europeo (21%) ed alla possibilità di alleggerire il traffico urbano nelle zone centrali (24%). Gli intervistati, pur dichiarando di frequentare spesso il centro delle proprie città, ritengono che il divieto non avrà un impatto negativo sulle proprie abitudini.

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