Retromarcia sui Dazi auto USA? Trump valuta una tregua per l’industria Automotive

Già un passo indietro di Trump. Le proteste hanno avuto effetto?

Retromarcia sui Dazi auto USA? Trump valuta una tregua per l’industria Automotive

Il presidente americano Donald Trump sembra tentennare sull’applicazione dei pesanti dazi del 25% sull’importazione di automobili, una misura che aveva annunciato con fermezza a partire da questo mese di aprile. Lo stesso Trump, parlando con i giornalisti, ha aperto alla possibilità di una “pausa su quella che doveva essere una decisione definitiva. Un potenziale dietrofront che giunge in un clima di forte allarme e polemiche sollevate dall’intero comparto automobilistico, preoccupato per le ripercussioni devastanti che tali tariffe avrebbero potuto innescare.

Sembra che le vibranti proteste e le fosche previsioni di un impatto economico significativo abbiano indotto il presidente a riconsiderare la sua posizione. Ufficialmente, Trump ha dichiarato di stare valutando una temporanea esenzione dai dazi per il settore auto, motivando questa apertura con la necessità di concedere alle case automobilistiche il tempo necessario per riorganizzare le loro intricate catene di approvvigionamento globali.

Ci vuole tempo per spostare la produzione“, ha ammesso il presidente, sottolineando la complessità di un simile trasferimento di attività produttive dal Canada, dal Messico e da altri paesi verso gli Stati Uniti. Un’esigenza che non riguarda solo le grandi case automobilistiche, ma anche le numerose aziende di componentistica che, secondo le indicazioni iniziali, sarebbero state anch’esse colpite dai dazi al 25%.

Retromarcia sui Dazi auto USA Trump valuta una tregua per l'industria Automotive

Non si vuole capire

La realtà è che le filiere produttive delle case automobilistiche americane sono profondamente intrecciate con quelle di altre nazioni, rendendo di fatto quasi impossibile la fabbricazione di veicoli interamente “Made in USA. Come evidenziato dagli analisti del settore, ad oggi non esiste un’automobile prodotta integralmente negli Stati Uniti, dato che le aziende statunitensi si affidano a fornitori esteri, con siti produttivi dislocati in paesi come Canada, Messico e Cina, per una quota significativa dei loro componenti.

Proprio questa interdipendenza globale rende particolarmente arduo e dispendioso un rapido spostamento della produzione. Le aziende necessitano di tempo per identificare nuove fonti di approvvigionamento interne, qualora esistano, o per costruire nuove infrastrutture produttive negli Stati Uniti, un processo che richiede investimenti ingenti e tempi di realizzazione non trascurabili.

Non solo una pausa, si spera

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L’ipotesi di una pausa sui dazi, quindi, sembra rispondere a una presa di coscienza della complessità logistica e industriale che un’applicazione immediata delle tariffe avrebbe comportato. Una sorta di “stop and go” per i dazi auto che, se confermato, rappresenterebbe un respiro di sollievo per un settore già messo a dura prova da dinamiche di mercato globali e dalla transizione verso la mobilità elettrica.

L’industria automobilistica attende con trepidazione le decisioni ufficiali, sperando che questo “piccolo passo indietro” si concretizzi in una tregua più duratura, in grado di scongiurare le pesanti ripercussioni economiche paventate nelle scorse settimane. La possibilità di una retromarcia, seppur temporanea, dimostra come le pressioni del mondo industriale e la consapevolezza delle intricate dinamiche globali possano, in alcuni casi, influenzare anche le decisioni più assertive del leader americano, già alle prese col giusto e duro malcontento interno.

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