Sciopero NCC contro i decreti Salvini: anche Uber aderisce alla protesta di oggi 12 dicembre

No all'obbligo di attesa di 20 minuti tra un viaggio e l'altro e al rientro in rimessa

Sciopero NCC contro i decreti Salvini: anche Uber aderisce alla protesta di oggi 12 dicembre

Oggi giovedì 12 dicembre scioperano gli operatori NCC (noleggio con conducente) in segno di protesta contro i decreti Salvini sul trasporto privato.

Allo sciopero odierno degli NCC aderisce anche Uber, con i conducenti del servizio di trasporto tramite app presenti alla manifestazioni organizzate in tutta Italia, come comunicato dalla società statunitense: “Sospendiamo i nostri servizi Black, Reserve, Van, Lux e Green in solidarietà con le migliaia di operatori NCC che stanno lottando per la loro sopravvivenza”.

I motivi della protesta

Uber, così come NCC e società di trasporto privato, si oppongono a quanto introdotto dai decreti Salvini ed in particolare all’obbligo per gli autisti di aspettare 20 minuti tra un viaggio e l’altro e il rientro in rimessa. Inoltre secondo gli operatori coinvolti, la riforma “obbliga a comunicare allo Stato i dati personali di ciascun viaggiatore insieme ai dettagli del tragitto”.

Pireddu (Uber Italia): “Decreto incostituzionale”

Il punto di vista della società statunitense sulla questione emerge chiaramente nelle parole del General Manager di Uber Italia, Lorenzo Pireddu: “Il decreto non solo avrà ripercussioni negative sui posti di lavoro della categoria, ma di fatto metterà ulteriormente in crisi il trasporto nelle nostre città. Riteniamo che questo decreto sia incostituzionale e lo contesteremo nelle sedi opportune”.

Pireddu sottolinea le criticità dei decreti Salvini: “Stiamo parlando di un decreto che è stato già bocciato dai cittadini, come ha recentemente confermato una ricerca di SWG secondo cui 7 italiani su 10 ritiene che possa distorcere la concorrenza, penalizzando sia i consumatori che i conducenti di NCC. Oltre ai 20 minuti di attesa obbligatoria imposti agli NCC, questo decreto re-introduce il rientro in rimessa per gli NCC, misura già bocciata nel 2020 dalla Corte Costituzionale”.

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