Stop auto benzina e diesel 2035: Anfia “Sconcerto e preoccupazione”

Si susseguono le reazioni, dopo la proposta dell’Unione Europea di vietare la vendita di vetture endotermiche a partire dal 2035, per una circolazione ad emissioni zero. È toccato ad ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) ad esprimere “sconcerto e forte preoccupazione” per questa novità.

”Sforzo insostenibile per la filiera”

L’impatto di questa decisione sull’industria automobilistica italiana è il tema principale: “Pur consapevoli dell’importante ruolo che l’industria automotive può giocare nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal europeo – scrive in una nota l’associazione – riteniamo che lo sforzo richiesto dall’attuale proposta non tenga in debito conto degli impatti industriali, economici e sociali di scelte così ambiziose e categoriche”.

L’addio ai motori endotermici “segna l’abbandono delle più avanzate tecnologie di propulsione su cui, oggi, la maggior parte delle aziende della componentistica italiana, comprese le multinazionali presenti sul nostro territorio, sono ancora prevalentemente concentrate, compiendo una incomprensibile ed univoca scelta tecnologica”. Le motorizzazioni più recenti, infatti, “potrebbero dare un contributo alla decarbonizzazione, con l’utilizzo di carburanti rinnovabili”.

La proposta dell’Unione Europea

La proposta della Commissione Europea fissa una riduzione delle emissioni di CO2 a -55% per le auto (rispetto al -37,5%) e -50% (rispetto al 31%) per i veicoli commerciali leggeri al 2030 ed introducendo un nuovo target al -100% al 2035. Vietando, dunque, la vendita di motorizzazioni endotermiche tra 14 anni.

Tra le proposte contenute nel pacchetto clima della Commissione europea è prevista anche l’apertura di un fondo sociale, per un valore di 70 miliardi in 7 anni, con cui l’Europa potrebbe finanziare al 50% gli incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche.