Stop auto benzina e diesel dal 2035: cosa ha bloccato l’Unione Europea
L'Italia ha avuto un ruolo chiave, assieme alla Germania
La scorsa settimana è slittato, a data da destinarsi, il voto del Consiglio dell’Unione Europea sullo stop definitivo alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035. È il passaggio finale per rendere poi effettiva questa normativa, ma sta avendo intoppi inattesi fino a qualche settimana fa. Che non è detto possano essere superati.
Cosa ha portato al rinvio
L’Italia è direttamente responsabile di questo rinvio. Il Governo Meloni, infatti, ha annunciato, a più riprese, il suo ‘no’ a questo stop, mentre il precedente Governo si era detto favorevole. A questa intenzione di voto negativa italiana, si è accodata anche la Germania, che si era detta scettica su questa normativa, pur venendo poi convinta. Tuttavia, fino alla presa di posizione del nostro Governo, un eventuale ‘no’ tedesco (mai pronunciato apertamente) non sarebbe stato sufficiente per bocciare lo stop alla vendita di auto endotermiche, seppur seguito anche da Bulgaria e Polonia.
Infatti, la maggior parte delle norme del Consiglio Europeo passano a maggioranza qualificata, cioè con l’approvazione di almeno 15 paesi su 27 ed un totale di almeno il 65% della popolazione dell’Unione Europea. Germania, Bulgaria e Polonia non bastavano a raggiungere il 35%, mentre con l’aggiunta dell’Italia si è arrivati ad un totale di quasi il 42%. Di conseguenza, era altissimo il rischio di una bocciatura della norma. Così, il Consiglio Europeo ha deciso di rimandare il voto a data da destinarsi.
Il futuro
Italia e Germania sono due dei principali mercati automobilistici europei (e anche mondiali) e rappresentano quasi il 32% della popolazione dell’UE. Di conseguenza, se questa ‘alleanza’ dovesse proseguire, sarà molto difficile possa venir approvata la norma in via definitiva, anche perché alcuni paesi non sicuri al 100%, potrebbero ulteriormente accodarsi. Aumentando così la percentuale del ‘no’.
Il governo tedesco chiede una norma legata agli e-fuel, cioè i combustibili ad origine sintetica, potendo così continuare ad utilizzare i motori endotermici, ma con emissioni molto più basse. Quello italiano ha parlato della necessità almeno di un rinvio del 2035. Probabilmente si andrà incontro a mesi di trattative, prima di una votazione. Ma nel 2024 il Parlamento Europeo verrà rinnovato e tutto potrebbe cambiare.
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