Stop auto endotermiche 2035, Francia e Spagna dicono no alla revisione anticipata. Vavassori (ANFIA): “Posizione miope e fuorviante”

Il commento del presidente di ANFIA al "Non Paper" congiunto franco-spagnolo inviato alla Commissione Ue

Stop auto endotermiche 2035, Francia e Spagna dicono no alla revisione anticipata. Vavassori (ANFIA): “Posizione miope e fuorviante”

Nel dibattito sul Green Deal europeo che impone il divieto di vendite di auto con motorizzazione endotermica dal 2035, riacceso negli ultimi giorni dopo l’annuncio di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, relativo all’esercizio della clausola di revisione entro la fine del 2025 invece che nel 2026 come originariamente previsto, si è inserita la contrarietà alla revisione anticipata dei governi di Francia e Spagna. I due Paesi, attraverso un “Non Paper” congiunto inviato alla Commissione Ue, hanno espresso il proprio dissenso ad anticipare la discussione per rivedere il Green Deal, riscoprendosi difensori del bando al 2035 di qualsiasi tipo di alimentazione che non sia 100% elettrica.

La posizione di Parigi e Madrid, fortemente criticata anche nei rispettivi Paesi come si evince ad esempio nella dura lettera, pubblicata dal quotidiano francese Le Figaro, di Luc Chatel, ex ministro e oggi presidente della Plateforme Automobile (PFA), associazione che riunisce i costruttori auto francesi, ha suscitato reazioni anche nel nostro Paese.

Il commento di Vavassori al “Non Paper” di Francia e Spagna

Roberto Vavassori, presidente di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ha definito il “Non Paper” congiunto dei governi francese e spagnolo “miope e fuorviante, ancora basato sul tribalismo tecnologico”. “Vista l’importanza delle rispettive industrie automotive, – afferma Vavassori – c’è da chiedersi se i governi sono consapevoli di quello che stanno attraversando le rispettive industrie e dei motivi per cui promuovono una transizione improntata su un approccio multi tecnologico. Parliamo di Paesi che, nel caso della Spagna, hanno un tasso di elettrificazione simile a quello dell’Italia, molto ridotto, e sembrano quindi non tener conto del fondamentale punto di vista dei consumatori”.

“Fuorviante – prosegue Vavassori – perché criminalizza – in maniera faziosa perché si serve dei dati, tra l’altro vecchi, di una ONG votata solo all’elettrico – le propulsioni ibrida plug-in (PHEV) e range extended electric vehicle (REEV), che sono invece essenziali per l’ambiente e per
l’industria europea in questa fase di transizione. La strada del ‘solo elettrico’ ci riporta indietro a 10 anni fa, quanto si crearono gli schieramenti opposti dell’elettrico e del diesel, una contrapposizione che oggi non ha più senso di esistere, se si vuole andare davvero verso una transizione sia sfidante, sia possibile, come oggi non è.

“Noi, insieme a tutta l’industria europea, – conclude il presidente di ANFIA – continuiamo a chiedere con forza che la revisione della regolamentazione si basi sulla neutralità tecnologica e diventi finalmente parte di una transizione fattibile e sfidante al 2035 e oltre. Come dice anche il Prof. Draghi, per l’automotive l’Europa non può più perdere tempo”.

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