SUV: riflessioni tecniche

SUV: riflessioni tecniche

Questo articolo non ha lo scopo di interferire con le scelte che ognuno fa riguardo all’acquisto della propria automobile. Ha invece lo scopo di confutare le tesi che affermano che un SUV sia un’automobile tecnicamente valida, in un modo comprensibile, a volte ironico e alla portata di tutti.

I SUV sono diventati molto popolari a partire dagli anni Novanta negli Stati Uniti, in quanto per la legge americana essi non venivano considerati automobili e quindi non erano soggetti a sovrattasse. Negli anni successivi sono approdati anche in Europa, portando ad un vero proprio boom di vendite, causato dal marketing e da un passaparola mediatico senza precedenti nel mondo delle auto.

Ma da qualche mese a questa parte, proprio in America, si assiste ad un crollo di immatricolazioni di SUV e se gli Stati Uniti avevano anticipano il mercato precedentemente, con molta probabilità si assisterà ad una flessione anche in Europa. Probabilmente in America ci si è già resi conto dell’inutilità di questi veicoli, complici l’aumento del prezzo del petrolio e le continue campagne per la salvaguardia del pianeta; veicoli che sono in controtendenza con l’avanzare della tecnologia, dei materiali, del rispetto dell’ambiente e della sicurezza. Insomma un tipo di veicolo che non può avere futuro ed è destinato ad essere abbandonato.

Partiamo dalla definizione: Sport Utility Vehicle.

Vehicle, cioè veicolo, è una parola corretta, ma le prime due sembrano essere state inserite per creare una giusta assonanza, piuttosto che per descrivere le reali caratteristiche di queste vetture.

Più realisticamente SUV è stata forse un’astuta rimanipolazione della parola Jeep, tanto odiata dai guru del marketing e che, derivando dalla pronuncia inglese di GP (general purpose, cioè scopo generico), serviva a descrive le doti da tuttofare dei fuoristrada militari, in grado di poter percorrere qualsiasi strada; doti che purtroppo si sono perse nella creazione della categoria dei SUV, lasciando alle loro spalle il vuoto più assoluto, in termini di prestazioni e sfruttabilità del veicolo.

A riprova della parentela tra i due termini, è noto che negli altri paesi il termine SUV venga adottato per identificare i fuoristrada in generale, mentre solamente in Italia si tende a fare una distinzione più marcata tra le due categorie (fuoristrada e SUV).

La parola sport contenuta nella definizione di SUV dovrebbe a rigor di logica quanto meno richiamare minimamente quello che è il mondo delle competizioni, ovvero lo sport dell’automobilismo. Concettualmente il termine dovrebbe riferirsi alla guida sportiva, ricca di piacevoli sensazioni, che offra divertimento e restituisca al guidatore dei buoni feedback.

Ma che sensazioni può dare un veicolo che supera le due tonnellate e che sfiora i due metri di altezza?

La teoria, confermata dalla pratica, afferma che un veicolo pesante sia un veicolo lento nei transitori (cioè nei passaggi da uno stato all’altro, come un cambio di direzione, un sorpasso o un inserimento di curva), che offre reazioni ai comandi del volante lente e pertanto noiose.

L’altezza della vettura comporta invece un innalzamento del centro di gravità, che si allontana dagli assi di rotazione del veicolo e provoca pertanto maggiori trasferimenti di carico durante le accelerazioni (sia in curva che in accelerazione o frenata), tramutando il tutto in una minore tenuta di strada e in un peggioramento del comfort dei passeggeri a causa dei maggiori movimenti della cassa.

Oltretutto, a causa del peso, lo sterzo di questi veicoli, per non necessitare sforzi sovraumani di azionamento, viene demoltiplicato enormemente e aiutato da invasivi servosterzi, che azzerano così qualsiasi tipo di feedback al guidatore, rendendolo del tutto ignaro delle dinamiche della vettura.

L’auto diventa un puro mezzo di trasporto, il guidatore non entra mai in sintonia essa, come ci si aspetterebbe da un’auto sportiva; e per fortuna viene da sottolineare nel caso dei SUV, perché altrimenti non si avvertirebbe altro che una terribile pesantezza.

Passando alle prestazioni del motore è facile cadere nel tranello che i costruttori tendono ai potenziali clienti. Tutti i SUV hanno motori di grande o grandissima cilindrata, per cui aventi elevate potenze, e questo perché se montassero motori di media o piccola cilindrata avrebbero prestazioni a dir poco ridicole visto le masse in gioco.

E quindi, dimenticando per un attimo le dimensioni del motore che si ha sotto il cofano (e il prezzo che si è pagato per averle) il cliente rimane in genere piacevolmente soddisfatto dello spunto in sorpasso o dell’accelerazione ai semafori. Ma come si può non riflettere su queste prestazioni, che sono del tutto normali, anzi piuttosto scarse, considerate le cilindrate dei propulsori montati? Motori che se venissero installati su una vettura normale e quindi molto più leggera non la renderebbero veloce, la renderebbero spaventosamente veloce.

A proposito di velocità, il fatto che i SUV fatichino a superare i 200km/h di velocità nonostante le potenze messe in gioco la dice lunga sulla bontà aerodinamica di questi bestioni che, per il fatto di avere un’area frontale quasi doppia rispetto ad una berlina e di possedere delle forme che anche un bambino metterebbe in discussione sotto l’aspetto aerodinamico, offrono una resistenza enorme all’avanzamento, facendo lievitare così i consumi e soprattutto le emissioni, alla faccia del risparmio energetico e della salvaguardia del pianeta.

Infatti non conta soltanto avere un propulsore che vanta di rispettare le ultime normative di emissioni (euro 4 o euro 5), perché questi limiti di emissioni esprimono la percentuale di agenti inquinanti contenuti in una quantità fissa di gas emesso dai tubi di scarico; per cui, a parità di normativa a cui si riferiscono, motori con cilindrate grandi che muovono veicoli pesanti, inquineranno sempre di più rispetto a piccoli propulsori che muovono automobili leggere.

Riassumendo il capitolo prestazioni, un SUV, paragonato a una vettura di un altro segmento ma della stessa fascia di prezzo, in genere ha un mediocre comfort di marcia, una bassa tenuta di strada e scarse prestazioni in accelerazione e in velocità massima (soprattutto se messe in relazione ai propulsori montati), il tutto condito da consumi ed emissioni elevatissime.

Passando alla seconda parola, Utility, ci si aspetterebbe di avere un veicolo che fa della sua praticità, comodità e/o utilizzabilità il suo cavallo di battaglia.

Ma soffermandosi a riflettere è difficile che queste auto spicchino per una soltanto di queste doti.

Si pensi dunque alla praticità di trovare un parcheggio in città ad esempio; o alla comodità di arrampicarsi per salire a bordo, magari con qualche bagaglio da ‘lanciare’ prima della difficoltosa salita; o alla sua scarsa utilizzabilità persino in fuoristrada, dove un SUV si trova in palese crisi a causa degli pneumatici stradali e degli assetti troppo rigidi.

Per quanto riguarda il bagagliaio, mediamente un SUV, messo a confronto con una station wagon della stessa marca e della medesima fascia di prezzo, ha sostanzialmente lo stesso volume di carico, con la differenza che nel caso del SUV esso è ripartito più in altezza che in profondità, così che sia poco sfruttabile e rendendo difficile l’inserimento di oggetti lunghi e pesanti. Insomma non è quanto ci si sarebbe aspettato da un veicolo così grande.

Il discorso sicurezza, infine, occorre che sia affrontato con la dovuta attenzione.

Per la sicurezza attiva, qualcuno potrebbe pensare che il peso sia un fattore migliorativo, ma le leggi della fisica, che non sono opinabili, affermano chiaramente che l’aumento di massa (sia sospesa che non sospesa) porta inevitabilmente all’allungamento degli spazi di frenata, nonché ad una peggiore tenuta di strada, in qualsiasi condizione atmosferica. Insomma un vero e proprio disastro, tant’è che la riduzione di massa è sempre un punto cruciale per i progettisti (tranne che per quelli di SUV, evidentemente)

Per la sicurezza passiva, cioè in caso di incidente, occorre distinguere due casi: contro un ostacolo fisso o contro un ostacolo mobile (un altro veicolo).

Analizzando l’urto dell’auto contro un ostacolo fisso, cioè quando l’auto esce di strada e impatta contro un’ostruzione, il guidatore viene interessato da una decelerazione che dipende dalla velocità ed è indipendente dalla massa della vettura. A parità di decelerazione del guidatore, la sicurezza offerta dal veicolo è dovuta alla deformabilità della struttura, nonché al corretto posizionamento e alla collassabilità dei componenti che ne fanno parte. Un SUV non trae quindi in questo caso alcun vantaggio dalla sua enorme stazza.

Un vantaggio lo può avere invece in caso di incidente contro un’altra vettura: avendo semplicemente una maggiore quantità di moto un SUV verrà interessato da una decelerazione minore, a discapito però dell’altra vettura coinvolta nello scontro, che avvertirebbe quindi un urto molto più violento. Ma si può parlare di incremento di sicurezza, quando questa ne provoca una diminuzione di pari misura per l’altro veicolo coinvolto? L’eventuale acquisto di un’auto di questo tipo è quindi orientato alla sicurezza o è più giusto dire che si tratta di un’infantile rincorsa a chi possiede la macchina più grande, pensando solamente alla propria incolumità e non a quella degli altri? E dove si andrebbe a finire se tutti partecipassimo a questa rincorsa? Non certo in una evoluzione tecnologica.

In conclusione il concetto di SUV non presenta nulla di interessante sotto l’aspetto tecnico. L’acquisto di questo tipo di vettura non può e non deve essere giustificato da un qualsiasi discorso tecnologico, prestazionale o di sicurezza.

Il boom di vendite a cui si è assistito in questi anni è da attribuirsi solamente ad un fenomeno di marketing, che ha piazzato la categoria dei SUV in una fascia di mercato alta, consentendogli quindi una ricca e attraente dotazione di optional e, facendo leva sulle dimensioni, gli ha cucito intorno un primitivo concetto di dominio e superiorità, a volte toccando, in maniera errata come si è visto, argomenti seri come la sicurezza e la tenuta di strada.

Gianluca Covini
Automotive Engineer

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7 commenti

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  • Rouge ha detto:

    Un articolo ben fatto, complimenti.

    Concordo appieno con l’Ing Covini, specie nella parte riguardante il fattore emozionale che il suv suscita nel suo utente finale (spesso poco conoscitore della “cosa” che sta per comprare).
    Tante volte si sente dire che i suv sono pericolosi. Non è esatto, bisognerebbe dire: diventano pericolosi!.
    A livello progettuale trovo che queste tipologie di auto abbiano particolari molto interessanti (provate voi a progettare un carro armato che fila a 200 all’ora, senza consumare troppo).
    Tuttavia mi trovo a disprezzare in parte soprattuto gli acquirenti dei suv, specie quelli di enormi dimensioni.

    A.R. Race Engineer

  • pippuzz ha detto:

    Interessante.
    C’è molto di vero, però non
    si può non prendere in considerazione il fatto che questo tipo di auto possa essere utile.
    Se le fabbricano e vengono acquistate ci sarà una ragione. Oppure tutti quelli che le comprano sono ignoranti o peggio imbecilli?

  • SanTa ha detto:

    Buonasera,
    mi permetto di dire che non si può essere così generici nell’affondare un’intera categoria di vetture, da un’ingegnere poi. La categoria conta decine e decine di modelli e marche, sono tutti “pessimi” progetti? Un’altro appunto, il limite di velocità è 130 km/h… a 200 (come detto sopra) tutte le vetture possono essere pericolose. Cmq il discorso è molto + ampio, come del resto l’utilizzo che si fa di un SUV.

  • roby ha detto:

    Buongiorno… sinceramente il suo articolo mi lascia molto perplesso. Credo che molti dei commenti e nozioni da lei riportate non siano altro che illazioni fatte siano dovute a fattori estremamente soggettivi, emozionali denotando soprattutto una forzatura in molte delle sue affermazioni.

    Dovrebbe inoltre gettare uno sguardo al mondo di oggi e capire come sono cambiati i significati delle parole.
    Qual è la definizione di Sport? Avere un paio di scarpe sportive o una giacca sportiva oggi che significa? Può forse dire che scapre come Hogan o Bikkembergs non siano sportive? Ed ha provato mai ad indossarle per una partita a calcetto o per il record dei 100 metri? Semplicemnte oggi con il termine sport si intendono molti più concetti di quelli espressi fino ad alcuni anni fa.
    Anche per la parola Utility ha utilizzato solo un singificato derivante dalla lingua inglese, in realtà il senso più generale del termine si riferisce ad un utilità di carattere generale un pò come il termine da lei citato all’inizio multi pourpose. Non può far rientrare in tale critica il fatto che non si trovi parcheggio in città o che abbia un altezza maggiore da terra, anche perchè, come già citato in qualche risposta sopra, chi compra tale veicolo conosce perfettamente le sue dimensioni e l’impatto che queste possono avere nel trovare parcheggio (e non creda che con una bmw serie 7 si abbiano minori difficoltà di una x3 di trovare posto).
    Ci sarebbero molti altri punti da criticare e/o rivedere (sempre con occhio oggettivo da Ingegnere ovviamente) e citando la risposta di SanTa, il discorso è molto più ampio, così come l’utilizzo del SUV.

  • Gianluca Covini ha detto:

    Gentilissimi utenti.
    Vi ringrazio per le vostre risposte.

    Per quanto riguarda la velocità, non ho mai parlato di pericolosità a 200 km/h: il pretesto della velocità serve soltanto per far capire quanto poco aerodinamica (e di conseguenza poco ecologica) possa essere una vettura che ha un’elevata area frontale e una forma tronca.

    E’ vero il fatto che non si può generalizzare, ma il concetto di fondo, che è il nocciolo del mio articolo, rimane: questa tipologia di vettura parte svantaggiata.
    In altre parole non eccelle in nessun ramo (prestazioni, comfort, piacere di guida ecc…).

    Con questo voglio soltanto affermare che l’acquisto di questi veicoli non può essere giustificato da argomenti tecnici.
    Sono invece altri i parametri che possono spingere tale acquisto: il gusto personale, il passaparola e, soprattutto, la pubblicità.

    I progetti delle case costruttrici sono ottimi, a volte eccellenti, non lo metto in dubbio. Ma è come progettare su un grave errore di fondo.
    L’errore di avere una macchina grande e pesante.

    Il futuro non si sta muovendo in questa direzione e credo che tra qualche decennio queste vetture saranno soltanto un lontano ricordo. Il futuro è avere una mobilità efficiente, ecologica, a misura di uomo. Il futuro sono la leggerezza, la compattezza, la semplicità costruttiva, la sicurezza, basti vedere gli intelligentissimi e recenti progetti delle case costruttrici giapponesi, in primis Toyota (iQ).

    Spero di aver chiarito alcune vostre perplessità.

    Un saluto

    G.Covini

  • conttoni ha detto:

    Complimenti per l’articolo.
    Concordo appieno con le cose esposte in maniera chiara, semplice ed alla portata di tutti.
    Quello che è veramente sorprendente è che il pensiero comune (indipendentemente dalla formazione ricevuta) ritenga che l’adozione di soluzioni tecnologiche evolute possa annullare quel gap che inevitabilmente esiste tra due scelte costruttive completamente diverse. Le leggi fondamentali della fisica restano invariate e le soluzioni tecnologiche possono solo alleviare il danno dovuto ad impostazioni costruttive sbagliate alla base.
    Tra i commenti lasciati sopra si parla di utilità ecc.
    Parliamo di spazio interno? meglio di no.
    Di versatilità tradotta in altezza del piano di carico, pianali piatti ecc? meglio di no.
    Sospensioni? meglio di no (si ritorna in molti casi agli assali rigidi!!!).
    Della possibilità di superare pendenze in condizioni di scarsa aderenza dovuta magari all’innevamento? meglio di no (una vettura più leggera, magari 4×4, ha maggiori possibilità – basta conoscere qualcosa sugli attriti radenti e le leggi del piano inclinato per capirlo).
    Penso che il mondo si evolve in senso positivo se e solo se è il singolo individuo ad avere la consapevolezza delle scelte che fa. Perchè li producono?
    E’ fin troppo banale che non c’è bisogno di ripeterlo ma quello che dobbiamo chiederci invece è perche li richiedono? La risposta spesso non ci fa comodo conoscerla.
    Un saluto

  • Galvo ha detto:

    Signori,
    discutiamo pure sulle parole, sul marketing e sulle emozioni, ovvero su tutto ciò che di umano è stato citato nell’articolo dall’ing. Covini. Alla fine facilmente ognuno di noi resterà della propria opinione.

    Ciò che non è opinabile, come già riscontrato, sono le leggi della fisica. Che li amiate o li odiate, i SUV sono fisicamente inefficienti.

    In effetti, le riflessioni dell’ingegnere sono corrette: i SUV sono un conglomerato di peculiarità appartenenti ad altri tipi di auto (o fuoristrada), tra loro spesso antitetiche. Ha senso sforzarsi di tenere insieme queste peculiarità in modo innaturale, come poli magnetici che si respingono?

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