Testadoro: rinasce il marchio torinese, con la Barchetta 1951 [FOTO]

È il completamento di un progetto lasciato incompiuto

Il marchio torinese Testadoro rinasce, grazie all’impegno di Dario Pasqualini. Un marchio attivo a Torino tra il 1946 ed il 1949, con alcune vetture realizzate in maniera artigianale. Dopo aver acquistato il marchio nel 2019, ora Pasqualini lo riporta alla luce con la Barchetta 1951, come prima opera della rinata casa.

Le caratteristiche

Si tratta del completamento di un progetto lasciato incompiuto, appunto, nel 1951 (anche se il marchio non era già più operativo). Il progetto di vettura completa prevede una carrozzeria estremante bassa, filante e aerodinamica, unita ad un telaio nato per rappresentare la massima evoluzione delle vetture Sport, alla soglia degli anni ‘50. Il telaio è composto da una base con longheroni in tubi di robusta sezione in acciaio al Cromo-Molibdeno e da una porzione superiore in tubi di minor sezione, atta a garantire rigidità longitudinali e trasversali senza pari per l’epoca.

Il passo è generoso (2.400 mm) e questo garantisce alla vettura l’aspetto di una barchetta di classe ben superiore. La parte meccanica è stata anch’essa sottoposta a completa revisione, con particolare riferimento al motore. In mancanza di una testata Testadoro per Fiat 1100, non disponibile sul mercato, per il motore è stato deciso di procedere ad una profonda revisione dell’unità Fiat di partenza mantenendo, però, l’albero a camme nel basamento e la distribuzione ad aste e bilancieri. Il risultato è un propulsore da 1.080 cc benzina da 63 cavalli. Il risultato di questo lavoro prende il nome di Testadoro Barchetta 1951 ed è un omaggio allo spirito delle vetture Sport prodotte a cavallo degli anni ’50.

Testadoro Barchetta 1951

La storia

Nella sua breve carriera di azienda costruttrice, la cui ragione sociale era “Casa dell’Auto” di Giorgio Giusti, con sede a Torino, produsse nove vetture da corsa con il marchio Testadoro. Questi modelli (la Sport, la Drin-Drin, la Marinella e la Daniela), corsero le più importanti gare dell’epoca, prima come semplici derivate della Fiat 500 Topolino, poi come vetture di completa progettazione e costruzione Testadoro, comprese di nuovi motori prodotti internamente.

La massima espressione dello sviluppo è stata la Testadoro Daniela, dotata del motore da 742cc accreditato di 45 CV a 6.500 giri/min. Giorgio Giusti chiuse Testadoro nel 1949, dopo la morte del socio Arnaldo Roselli, in un incidente automobilistico.

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