Torino, 32mila multe in sei mesi: il “varco trappola” in corso Orbassano
Torino: le telecamere di Corso Orbassano e Corso potenza hanno registrato 32.354 violazioni
Oltre 32mila sanzioni in poco più di sei mesi, per un incasso effettivo che supera il milione di euro. Sono i numeri record della telecamera installata in corso Orbassano, all’altezza di strada del Portone, che da mesi fa discutere cittadini e politica. Attivo dal 15 aprile, l’occhio elettronico controlla l’accesso alla corsia riservata ai mezzi pubblici, ma secondo il consigliere Pierlucio Firrao, vicecapogruppo di Torino Bellissima, si tratterebbe di un vero e proprio “varco trappola”, capace di generare in media 170 multe al giorno.
Torino: le telecamere di Corso Orbassano e Corso potenza hanno registrato 32.354 violazioni
Durante l’ultimo Consiglio comunale, l’assessore alla Mobilità Chiara Foglietta ha respinto le accuse, precisando che «l’obiettivo delle telecamere non è fare cassa, ma migliorare la sicurezza e la fluidità della circolazione». L’amministrazione, inoltre, ha ribadito che la segnaletica è chiara e conforme alle norme, e che l’attivazione del varco è stata preceduta da una campagna informativa dedicata.
Eppure i dati restano significativi. Tra corso Orbassano e corso Potenza si contano 32.354 violazioni, di cui oltre 21mila registrate proprio in corrispondenza di strada del Portone. L’impianto, costato 184 mila euro, è quindi già ampiamente ripagato. A livello cittadino, le altre postazioni non sono da meno: 34.428 multe per i varchi di corso Rosselli, largo Orbassano e corso Adriatico, e 10.421 in corso Vittorio Emanuele.
Firrao insiste sulla necessità di una revisione: «La corsia controllata è lunga appena 40 metri e preceduta da tratti di carreggiata libera: è facile confondersi». Dal Comune, tuttavia, arriva un secco no: i sopralluoghi della Polizia municipale confermano l’adeguatezza del dispositivo, che avrebbe già ridotto le infrazioni nel tempo. La polemica resta aperta: deterrente o trappola, il varco di corso Orbassano è ormai diventato il simbolo del dibattito torinese sui controlli elettronici.
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