Tragedia a Mestre, bus precipita da cavalcavia: 21 morti e 15 feriti, di cui 5 gravi

Tra le vittime anche due bambini e un'adolescente. A bordo gli ospiti di un campeggio

Tragedia a Mestre, bus precipita da cavalcavia: 21 morti e 15 feriti, di cui 5 gravi

Gravissima tragedia quella verificatasi nella serata di ieri, martedì 3 ottobre, quando poco prima della 20 un pullman pieno di passeggeri è precipitato da un cavalcavia a Mestre. Nell’incidente sono morte 21 persone, tra cui due bambini e un’adolescente, mentre 15 sono rimaste ferite, di cui 5 versano in gravi condizioni in ospedale.

A bordo 40 turisti del campeggio Hu di Marghera

Il bus caduto da una sopraelevata, per cause ancora da accertare, ha sfondato il guardrail ed è volato giù per una quindicina di metri, finendo di sotto, nei pressi della linea ferroviaria, provocando un principio d’incendio nell’impatto. A bordo del mezzo c’erano 40 passeggeri, la gran parte giovani e giovanissimi stranieri (ucraini, tedeschi, francesi e croati tra le persone al momento identificate), ospiti del campeggio Hu di Marghera, dove stavano tornando usufruendo del servizio navetta che fa la spola tra il camping e Venezia.

Soccorsi complicati

Le operazioni di soccorso, andate avanti per tutta la notte, sono state rese ancora più complicate dal fatto che il pullman, ad alimentazione ibrida, fosse dotato di batterie che – come spiegato dai vigili del fuoco intervenuti – surriscaldandosi hanno allungato i tempi sia per estrarre le persone dalle lamiere accartocciate del mezzo, che per sollevare il bus e rimuoverlo dal luogo dell’incidente.

Dinamica da chiarire: ipotesi malore dell’autista

Una scena apocalittica, l’ha definita il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, quella che si è presentata davanti agli occhi dei primi soccorritori giunti sul posto. Mentre prosegue l’identificazione delle vittime, gli inquirenti sono a lavoro per cercare di ricostruire la dinamica del drammatico incidente. Al momento l’ipotesi più probabile è quella del malore del conducente, Alberto Rizzotto, 40 anni di Treviso, morto nell’incidente. Tesi questa avvalorata anche dal fatto che dai primi rilievi non sembra esserci alcun segno di frenata sull’asfalto e dalle strisciate della fiancata del bus sul guardrail prima del punto in cui è precipitato.

Guardrail troppo basso?

Alcuni dubbi vengono sollevati anche sulla tenuta del guardrail, come spiegato da Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, amici e sostenitori della Polizia stradale, all’Ansa: “Parliamo di ipotesi, ma da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti era un guardrail a unica onda altezza metro e non tripla, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate”.

Manovra “eccessiva” o “impropria”

Il bus della ditta La Linea era nuovo, aveva appena un anno di vita e meno di 40.000 chilometri. I dettagli decisivi su cosa sia realmente successo in quegli attimi drammatici potrebbero arrivare da un video che ha ripreso l’incidente. Chi ha visto il filmato parla di una manovra “eccessiva” o “impropria” del bus, un’impressione che ha avuto anche un testimone che era alla guida di un’auto che si trovava dietro il pullman.

Massimo Fiorese, amministratore delegato dell’azienda La Linea Spa, la società di proprietà del bus, a LaPresse ha dichiarato: “Nessuno sa ancora esattamente cosa sia successo, quello che sappiamo è che c’era una telecamera fissa sul cavalcavia. Da quel che ho visto delle immagini, per quel poco che si può vedere, si vede il bus arrivare a meno di 50 km/h, si vedono gli stop che si accendono, quindi avrebbe frenato. Poi si vede che il mezzo si ‘appoggia’ al guardrail, si ribalta e cade giù”. Lo stesso ad ha poi aggiunto: “Specifico che l’autobus non ha preso fuoco, ha fatto solo qualche fiammella. Essendo elettrico, se avesse preso completamente fuoco sarebbe stata una tragedia anche peggiore”.

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