UGL: “Al via la mobilitazione nelle piazze italiane per chiedere piano strategico e tutela dei livelli occupazionali”

UGL attraverso il Segretario Generale Capone esprime grande preoccupazione per il settore automotive

UGL: “Al via la mobilitazione nelle piazze italiane per chiedere piano strategico e tutela dei livelli occupazionali”

Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, ha espresso grande preoccupazione riguardo alle promesse vaghe e alle prospettive incerte nel settore automotive, che mettono a rischio i lavoratori e i territori coinvolti. In risposta, l’UGL ha deciso di aderire allo sciopero generale del settore il 18 ottobre, organizzando presidi in sette regioni significative, tra cui Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Lazio e Torino.

UGL attraverso il Segretario Generale Capone esprime grande preoccupazione per il settore automotive

“Saremo presenti con un presidio a Termoli (CB) in Molise, a Napoli e Avellino in Campania, a Bari in Puglia, a Potenza in Basilicata, a Piedimonte San Germano nel Lazio e a Torino, la capitale dell’auto,” ha affermato Capone. “Il nostro obiettivo è supportare i lavoratori e chiedere un impegno concreto per proteggere l’occupazione e il futuro dell’industria automobilistica in Italia, che sta affrontando una situazione critica con potenziali conseguenze sull’occupazione e sul ruolo strategico del nostro Paese in Europa.”

“La crisi profonda che sta vivendo il settore automotive, aggravata dalla transizione ecologica e dalla mancanza di chiarezza sugli investimenti futuri di Stellantis in Italia, richiede un piano industriale strategico che garantisca occupazione e continuità produttiva nel nostro Paese. Vogliamo comprendere quale sia la visione per il futuro di Stellantis, dei suoi stabilimenti italiani e dei lavoratori del settore, nonché le iniziative che intende adottare in relazione alla produzione di veicoli elettrici e alle nuove tecnologie.”

“La tempistica stringente imposta dall’UE con il Green Deal e il divieto alle auto a motore termico sta mettendo in ginocchio l’intero comparto automotive in Italia e oltre, portando a conseguenze devastanti: crollo della produzione, massiccio ricorso alla cassa integrazione in tutti gli stabilimenti Stellantis in Italia e un indotto in difficoltà ancor più grave. Ci troviamo di fronte a un mercato globale dell’auto in cui, nonostante le diverse performance delle case automobilistiche europee, il boom cinese avanza senza freni, rischiando di incrementare la produzione cinese in Europa, il che complicherà ulteriormente le nostre prospettive di crescita.”

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