Rolls-Royce Wraith, prova su strada

La più potente mai prodotta stupisce per il piacere di guida

Rolls-Royce Wraith - Fanno notizia i dati sulla sua potenza ed accelerazione: la nuova Rolls-Royce Wraith è una vettura in grado di schiacciarvi ai sedili con un vigore ed un sound non immaginabili, ma anche di portarvi a spasso con un comfort senza eguali, con dettagli unici, come le enormi portiere ad apertura controvento rivestite internamente in legno Canadel e pregiata pelle, ed un abitacolo che fa sembrare “cheap” qualsiasi altra auto. Anche la tecnologia è al top, con sospensioni elettroniche “predittive” e con un impianto di infotainment dotato di molte chicche, ma con un’interfaccia semplice ed intuitiva. Una coupé “compatta” per gli standard RR, le cui dimensioni restano importanti (5,27 metri di lunghezza – 34 centimetri in meno di una Phantom), in grado di ospitare 4 persone, con i due sedili posteriori accoglienti quanto quelli anteriori

Di certo non pensavamo di restare delusi, ma nemmeno di trovare entusiasmante guidare una Rolls-Royce. Gli stereotipi legati al marchio inglese influivano non poco sulle nostre aspettative. In molti le reputano infatti vetture eccessivamente appariscenti per lo stile italiano e troppo impacciate per essere piacevoli da guidare. La Wraith si è rivelata invece un’auto per nulla pacchiana, impeccabile in ogni dettaglio e con una qualità senza eguali, ma anche piacevole da guidare, con dotazioni tecnologiche al livello delle ammiraglie delle case automobilistiche più prestigiose, ma senza aver bisogno di un corso per essere utilizzate. Senza tralasciare il fatto che la “piccola” coupé di casa Rolls-Royce è in grado di sorprendere con rabbiose accelerazioni, in cui il 12 cilindri sovralimentato di 6,6 litri tira fuori una voce che non ti aspetti, il tutto con lo Spirit of Ecstasy là davanti a rendere l’esperienza unica, grazie a ciò che rappresenta.

Design e Interni: [xrr rating=5/5]

Elegante e con forti richiami al passato

Guardarla sapendo che sotto pelle nasconde il pianale di una BMW serie 7 fa un certo effetto. Le linee non hanno proprio nulla in comune con la berlinona teutonica. E per fortuna, ci viene da pensare. L’inconfondibile stile Rolls-Royce, con una eleganza ed una tradizione unica, si concilia con l’aspetto più sportivo del posteriore da coupé, con forti richiami a vetture del passato che hanno scritto la storia. Tanto per citarne una, l’omonima antenata del 1948. Mentre le scattavamo le foto il principale problema erano gli ospiti dell’albergo che ci ha concesso i propri spazi. Ognuno di loro non riusciva a fare a meno di fermarsi per osservarla da vicino, oltre che farsi immortalare al suo fianco. Attira più attenzione di una Ferrari, non ultimo per il fatto che se le sportive di Maranello non sono più poco diffuse come un tempo, le vetture della casa automobilistica più prestigiosa al mondo sono delle rarità, almeno in Italia. Sono meno di una decina le auto come questa vendute nel nostro paese lo scorso anno. Noi l’avremmo preferita con la carrozzeria bicolore, come l’esemplare con cui fece il debutto al salone di Ginevra dello scorso anno, con la parte superiore della Wraith, montanti, tetto, cofano e la mascherina intorno alla calandra in contrasto con il resto della vettura. Con la tinta unica ne perde soprattutto l’aspetto della parte posteriore dell’auto, che diventa più anonimo e che mette forse troppo in risalto la generosa lunghezza. Con lo stacco della doppia colorazione le linee ci erano sembrate decisamente più equilibrate. Abbiamo avuto conferma del fatto che la parte posteriore sia la meno elegante, parcheggiandola con il muso in avanti. La folla di gente che faceva capolino nei dintorni dell’auto per farsi ritrarre insieme a lei è sparita, perché da dietro, oltre ad essere meno riconoscibile, non piace come da davanti.

Interni: Difficile fare di meglio, un’opera d’arte
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Diciamolo chiaramente, salendo a bordo di una Rolls-Royce, le aspettative sono talmente elevate per cui difficilmente si potrà restare colpiti dalla qualità dei materiali, dai legnami e dai prestigiosi pellami utilizzati, che sono ovviamente al top. La Wraith ci ha saputo però stupire per altro. In primo luogo è elegante, ma mai eccessiva o pacchiana. Per riassumere quanto ci ha saputo trasmettere, è un concentrato di raffinatissima semplicità. Molte ammiraglie metterebbero in difficoltà anche un ragazzino appassionato di informatica con la miriade di tasti e funzioni a disposizione. Una Rolls-Royce no. Emblematico il comando con cui regolare le bocchette dell’aria: un’asta meccanica, tirando la quale si apre, e che spingendo la si chiude. Semplice, essenziale, ma realizzata in materiali di qualità e curata nel dettaglio. Tenerla con le dita è un piacere e tutto all’interno della Wraith è studiato e realizzato in modo analogo. Tasti in vetro che si attivano sfiorandoli, con cui gestire le migliori tecnologie disponibili sul mercato. Un Head Up display, per cominciare, sulla porzione di parabrezza davanti al guidatore, che riporta i dati essenziali e le indicazioni del navigatore, che abbiamo trovato tra i più semplici e comodi da utilizzare. In accensione viene proiettato il logo della casa sul parabrezza, tanto per riempire l’ego del guidatore. Anche in questo caso la provenienza dell’infotainment è BMW, incluso il sistema di riconoscimento della scrittura, sulla manopola centrale (in cristallo e con il disegno dello Spirit of Ecstasy) da utilizzarsi in modo alternativo alla classica selezione da menù. Le enormi portiere si fanno notare per il rivestimento interno in legno Canadel, uno degli optional irrinunciabili, e si chiudono elettricamente con un tasto posto davanti al montante anteriore. Il cielo stellato, composto da 1340 LED, installati a mano uno ad uno e la cui intensità è regolabile con un tasto, è anch’esso optional (uno dei più costosi, siamo vicini alla doppia cifra). Il cruscotto è essenziale ed elegante, ma comunque completo. Al centro troviamo il tachimetro, sulla destra le indicazioni di temperatura e del livello del carburante, mentre sulla sinistra l’indicatore della riserva della potenza disponibile, l’unico tocco di sportività concesso ad una macchina di gran classe. Nella fascia inferiore un pannello scuro in cui sono riportati il trip, il consumo (forse superfluo) e la temperatura esterna. Altra funzione d’impatto, anche se non è un’esclusiva, la night vision, che grazie ad una telecamera a raggi infrarossi permette di avere sul display centrale una vista nettamente migliore di quanto non si possa avere ad occhio nudo di notte o in assenza di luce, e che è in grado di riconoscere e segnalare la presenza di animali sulla strada. Un particolare ormai diventato un classico in casa RR: l’ombrello alloggiato nella battuta della portiera, che fuoriesce con un tasto. In questo caso non sono nelle portiere come su altri modelli della casa inglese, ma si infilano verso la parte anteriore della vettura. Sviluppata alcuni anni fa per evitarne il furto, la funzione che nasconde automaticamente lo Spirit of Ecstasy all’interno della calandra quando si chiude la vettura è ovviamente una di quelle che raccoglie le attenzioni dei passanti. Si può escludere, oppure si può chiudere manualmente dal menù quando si è all’interno dell’auto. A voler essere puntigliosi avremmo preferito che la placchetta che chiude l’alloggiamento fosse stata in metallo chiaro e con il logo della casa, anziché banalmente in tinta con l’auto, ma forse anche questo sarà un dettaglio rimediabile mettendo mano alla infinita lista degli optional. Una nota personale, scendere dalla Wraith e salire su un’altra auto è un’esperienza drammatica, sia essa una premium di ottimo livello o una low cost non fa alcuna differenza: dopo di lei sembrano tutte inadeguate.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

Piacevolissima da guidare, eccelle nel comfort più che nell’agilità
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Mettersi al volante di una Rolls-Royce è un’esperienza unica. Gli sguardi sono ovviamente tutti su di lei, guidare con la presenza discreta, ma costante, dello Spirit of Ecstasy sul cofano è davvero particolare. Nessun’altra auto al mondo è così universalmente riconosciuta come simbolo del lusso e dell’esclusività. Anche dopo un’intera giornata al volante, l’emozione è sempre forte. La Wraith poi non è un’auto con cui andare solo a passeggio, è in grado di prestazioni impensabili solo alcuni anni fa. In questo la proprietà tedesca ha giovato moltissimo alla casa inglese. Il passaggio di know-how ha portato alla realizzazione di auto che riescono a conciliare eleganza e tradizione ai pregi delle ammiraglie di casa BMW. La Wraith deriva dalla Ghost, che a sua volta si basa sulla piattaforma della serie 7. Con l’occasione ne migliora praticamente ogni singolo aspetto. Così anche alla guida se ne possono percepire le differenze. Lo sterzo, ad esempio, è più diretto, con la rotazione completa in tre giri (anziché 3,2), anche se resta forse troppo leggero ad andature sostenute. La carreggiata è stata allargata di 24 millimetri per una maggiore stabilità, mentre il sistema di sospensioni attive predittive è in grado di rendere le strade piatte per chi è a bordo dell’auto, evitando però che per avere un comfort elevato il rollio ed il beccheggio siano eccessivi. Le dimensioni si fanno sentire praticamente solo nelle manovre, dove il cofano anteriore, lunghissimo e molto alto, accresce gli ingombri, quanto percepisce chi è al volante è anche oltre il dato effettivo. Il muso sembra infatti ancora più lungo di quanto non lo sia davvero. Nelle curve strette e percorrendo strade tortuose i circa 25 quintali di stazza in ordine di marcia si fanno più evidenti, inutile tentare di guidarla come se fosse un’auto sportiva. Dal menù sarebbe possibile anche disinserire il controllo di trazione e di stabilità, ma non avrebbe alcun senso brutalizzare una tale opera d’arte. Molto meglio farla danzare dolcemente, con un gran piacere di guida, merito principalmente delle ottime sospensioni attive. Con un tasto sulla console centrale si può anche alzare o abbassare la vettura, ma oltre i 60 km/h automaticamente lei torna sempre all’altezza standard. Lo scopo è quello di facilitare la salita dei passeggeri, o di alzare la vettura per evitare di toccare a terra in manovra. La visibilità posteriore è piuttosto limitata, ma ad ovviare ci sono sensori e telecamere. Resta comunque difficoltoso fare manovra, soprattutto in retromarcia.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=5/5]

Prestazioni “monstre”, ma non chiamatela sportiva
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Un tempo alla voce potenza le vetture della casa di Goodwood dichiaravano “quanto basta”, per anni gli inglesi si sono infatti rifiutati di quantificare il dato numerico, anche perché si diceva che, essendo assemblati in modo artigianale anche i motori, ci fossero scostamenti nemmeno troppo limitati tra un propulsore ed un altro. Oggi la Wraith va invece fiera dei suoi 632 cavalli, o 624 british horse power, vista la provenienza della vettura. Un dato che impressiona, insieme a quello dello 0-100 km/h, bruciato in 4,6 secondi. Malgrado questo l’aggettivo “sportiva” è difficilmente accostabile ad una vettura che fa dell’eleganza e del lusso il suo marchio di fabbrica. Sarebbe forse più corretto definirla “vivace”, ma vien da sorridere perché mentre lo scriviamo abbiamo ben impressa la sensazione che dà una “pestata” sul pedale dell’acceleratore, con una spinta da vera sportiva che schiaccia ai sedili, e la mole dell’auto accentua l’impressione di chi è a bordo. Il tutto accompagnato da un latrato, con il 6.6 V12 sovralimentato che urla come quello delle auto sportive più blasonate, anche senza sapere a quale regime stia girando, perché l’unica nota di sportività concessa è lo strumento che indica la “power reserve”, quindi per differenza quanti dei 632 cavalli stiamo sfruttando. Niente contagiri, niente possibilità di utilizzare il cambio in manuale. L’otto marce automatico ZF non prevede nulla di più di una leva sullo sterzo, con cui selezionare drive, neutral o retromarcia, oltre a due tasti, uno per il Parking, l’altro “low” da utilizzare in caso sia necessario mantenere inserita la marcia bassa. In realtà il cambio è una delle chicche tecnologiche installate sulla Wraith. Il suo funzionamento prevede infatti un interscambio di informazioni con il GPS, la Satellite Aided Transmission è così in grado di prevedere quale sia la marcia corretta da utilizzare. Il propulsore è di origine BMW, anche se in realtà è stato completamente rivisto per l’occasione ed è in grado di sprigionare 632 cavalli a 5.600 giri ed 800 Nm tra 1.500 e 5.500 giri. Il V12 a 48 valvole e doppio turbo è dotato di iniezione diretta ed è l’evoluzione di quello montato sulla Ghost, che lascia distante di oltre 60 CV. Da notare che la coppia è autolimitata, perché il propulsore potrebbe andare oltre, ma il cambio ZF non sarebbe in grado di gestire la sua esuberanza. Inutile realizzare un cambio su misura, per una vettura di produzione limitata e che non fa delle prestazioni un valore assoluto. Già così siamo convinti che nessuno si possa lamentare.

Consumi e Costi: senza voto

Irrilevanti, o quasi, per chi si può comprare un’auto di questo livello
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Possiamo parlare di prezzo per una vettura di questo prestigio? Di certo esprimere un giudizio non avrebbe alcun senso, come non ha alcun effetto sui possibili acquirenti parlare dei suoi consumi, che per la cronaca sono piuttosto elevati, ma non eccessivi. Quello che possiamo dire è che la Wraith si posiziona in una fascia di prezzo nemmeno troppo elevata, molto più vicina alla concorrenza rispetto ad una Phantom, il cui prezzo parte da 430 mila euro, addirittura 475 mila per la coupé. Il listino della “piccola” Rolls è infatti di circa 260 mila euro, a cui vanno aggiunti gli optional. Con quelli montati sull’esemplare da noi provato ci si potrebbe acquistare una BMW 530D Station Wagon! Se per i suoi acquirenti i consumi sono l’ultimo dei problemi, l’unica nota negativa potrebbe essere l’autonomia. Con 80 litri di serbatoio la distanza utile tra un rifornimento e l’altro difficilmente è superiore a 500 chilometri.

In conclusione
Elegante all’esterno, un’opera d’arte all’interno, un simbolo del lusso. Tanti dettagli che ne fanno un’auto unica, il prestigio inarrivabile di un marchio che ha scritto pagine importanti della storia dell’auto, unito ad un livello tecnologico molto elevato ed un motore infinito, merito della partnership con BMW. Ci ha saputo davvero stupire, con un piacere di guida inaspettato. In passato una Rolls-Royce non poteva essere “vivace”, chi voleva un’auto in grado di prestazioni elevate era costretto ad escluderla dalle sue scelte, ora non è più così.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Elegante ed esclusiva, con degli interni inarrivabili, un lusso ed un comfort eccezionali, ma anche tanta tecnologia e piacere di guida, con un motore monstre La stazza e le dimensioni restano notevoli, in alcune occasioni diventano difficili da gestire, visibilità posteriore limitata

Rolls-Royce Wraith: la Pagella di Motorionline

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Un sentito ringraziamento al Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio (www.villaserbelloni.com), che ci ha concesso i suoi spazi per immortalare la vettura.
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