ACEA: ogni settimana dovrebbero essere installati 14.000 punti di ricarica in Europa
Le infrastrutture necessarie per i veicoli pesanti sono diverse da quelle per le auto
L’Associazione europea dei costruttori di auto (European Automobile Manufacturers’ Association – ACEA) invita tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a intensificare urgentemente gli investimenti nelle infrastrutture per auto, furgoni, camion e autobus sia ibridi plug-in che completamente elettrici.
L’industria automobilistica sta già immettendo sul mercato centinaia di modelli a basse e a zero emissioni, ma nutre serie preoccupazioni per il lento dispiegamento delle infrastrutture necessarie per rifornire questi modelli.
Negli ultimi cinque anni, fa notare ACEA, le immatricolazioni di auto ibride plug-in ed elettriche sono aumentate di 10 volte, raggiungendo 1,7 milioni di unità l’anno scorso. Il numero di punti di carica in Europa, invece, è cresciuto di 2,5 volte nello stesso periodo.
Entro il 2030 sarebbero necessari fino a 6,8 milioni di punti di ricarica pubblici in Europa
Secondo la nuova ricerca intersettoriale condotta dall’associazione europea, entro il 2030 sarebbero necessari fino a 6,8 milioni di punti di ricarica pubblici in tutto il Vecchio Continente per raggiungere la riduzione del 55% di CO2.
Questa cifra è quasi il doppio di quella avanzata dalla Commissione Europea nella sua proposta Alternative Fuels Infrastructure Regulation (AFIR), che in questo momento è in fase di discussione al Parlamento Europeo e al Consiglio.
Ciò vuol dire che ogni settimana, in tutta l’UE, dovrebbero essere installati fino a 14.000 punti di ricarica pubblici per tutti i segmenti di veicoli rispetto agli attuali 2000 circa a settimana.
Oliver Zipse, presidente di ACEA e CEO del Gruppo BMW, ha detto: “La transizione verso lo zero è una corsa a lungo termine. La sfida chiave ora è convincere tutti gli Stati membri ad accelerare la distribuzione dell’infrastruttura richiesta. Abbiamo assolutamente bisogno di una conclusione ambiziosa della proposta AFIR, sia in termini di tempistica che di obiettivi che fissa per ciascun Paese dell’UE”.
Sebbene all’inizio saranno necessari incenti investimenti, questi rappresentano solo una frazione di quelli totali in progetti infrastrutturali comparabili che porterebbero enormi benefici all’ambiente.
Le posizioni, lo spazio e i livelli di potenza necessari per le infrastrutture dei veicoli pesanti, poi, sono molto diversi da quelli delle auto. Infatti, i camion richiederanno 279.000 punti di ricarica entro il 2030, di cui l’84% sarà negli hub della flotta. Le restanti colonnine di ricarica saranno prevalentemente pubbliche, rapide lungo l’autostrada (36.000) e pubbliche notturne (9000).
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