Alfa Romeo: l’eccellenza del sei cilindri sulle Quadrifoglio
Dal celebre 'Busso' all'attuale 2.9 V6 da 510 cavalli
Alfa Romeo ed il 6 cilindri, una storia sempre più importante. Oggi l’eccellenza di questa motorizzazione si chiama Quadrifoglio, con la Giulia e la Stelvio disponibili in questa versione. Entrambe spinte dal motore 2.9 da 510 cavalli, per rendere le due vetture uniche e coinvolgenti e con l’obiettivo di porsi ai vertici dei rispettivi segmenti.
Alfa Romeo V6, l’antenato ‘Busso’
Il Biscione ed i sei cilindri hanno una storia di quasi cent’anni, con una rivoluzione arrivata esattamente 40 anni fa, quando arrivò il celebre V6 “Busso”, che prese il nome del tecnico responsabile del progetto. Questo propulsore equipaggiò l’Alfa6, segnando così il ritorno del marchio nel settore delle berline prestazionali di prestigio e stabilito nuovi parametri in fatto di carattere, prestazioni e sonorità.
La realizzazione dell’innovativo V6 “Busso” nel 1979 ha rivoluzionato i canoni del 6 cilindri Alfa, anticipando i concetti di leggerezza, compattezza e prestazioni che hanno poi portato all’attuale livello di eccellenza dei propulsori Quadrifoglio.
Il propulsore V6 Alfa Romeo e le Quadrifoglio
A questo proposito, il V6 che attualmente equipaggia Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio è ispirato alle tecnologie ed alle competenze tecniche Ferrari, riprendendo l’eredità dei motori del Biscione. Il 2.9 V6 Biturbo benzina è totalmente in alluminio ed è il nuovo punto di riferimento motoristico del marchio.
Ha una potenza di 510 CV di potenza a 6.500 giri/min ed una coppia massima di 600 Nm, disponibile in un ampio arco di utilizzazione (tra i 2.500 e i 5.000 giri/min), con la possibilità di “spegnere” tre cilindri, per migliorare l’efficienza riducendo consumi ed emissioni.
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