Anche Volkswagen con la tecnologia Vehicle-to-Grid. Ecco cos’è.

Ogni utente di un veicolo elettrico potrà diventare in un certo senso un fornitore di energia

Le batterie dei veicoli elettrici hanno un grande potenziale, che va oltre il loro compito principale, cioè fornire energia per la mobilità. Gli accumulatori potranno infatti essere collegati alla reti elettriche pubbliche per renderle più stabili ed efficienti. È questo il principio alla base del Vehicle-to-Grid (V2G), una tecnologia che permette di trasformare le auto elettriche da semplici mezzi di trasporto a vettori energetici capaci di scambiare energia elettrica con la rete.

Grazie alla tecnologia di ricarica bidirezionale, il pacco batterie di un veicolo elettrico potrà stabilizzare la rete, immagazzinando l’energia in eccesso e restituendola nel momento del bisogno, garantendo vantaggi alla collettività, ai gestori di energia e a chi guida un’auto “alla spina”.

Le batterie al servizio della rete

Ogni utente di un veicolo elettrico potrà diventare in un certo senso un fornitore di energia, perché durante le fasi di ricarica le batterie delle auto saranno impiegate come sistemi di accumulo energetico connessi alla rete. In questo modo la rete potrà diventare più efficiente, si potrà aumentare l’autoconsumo di energia elettrica e ottimizzare i flussi di energia prodotta e consumata a livello locale. Senza tralasciare che con il V2G chi utilizzerà un veicolo elettrico potrebbe vedersi riconosciuti dei benefit economici per i servizi forniti al sistema.

La situazione in Italia

La situazione del V2G in Italia è cambiata negli scorsi mesi, quando sono diventate effettive le disposizioni del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico (30 gennaio 2020), che stabilisce criteri e modalità per favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra i veicoli a batteria e la rete elettrica.

Il contributo di Volkswagen

Nei prossimi anni Volkswagen introdurrà la tecnologia di ricarica bidirezionale sui propri veicoli elettrici e dispositivi per la ricarica, seguendo lo standard internazionale ISO 15118 (attualmente in fase di aggiornamento), che prevede l’utilizzo di connettori CCS.

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