Auto a metano: come fare il pieno

Il rifornimento dura di più rispetto a benzina e diesel

Come fare il pieno a un'auto a metano, le modalità per trovare i distributori e cosa dice la legge sul self-service
Auto a metano: come fare il pieno

Avete comprato o state pensando di comprare un’auto a metano? Nel 2016 le auto a metano in circolazione in Italia hanno superato il milione di unità, attestandosi a quota 1.005.809. Una crescita del 38,9% rispetto al 2010, quando nel nostro Paese circolavano appena 723mila veicoli a metano.

Il metano è uno dei carburanti più puliti che ci siano ed è anche il più economico. Per questo motivo, un’auto a metano vi farà risparmiare un bel po’ alla voce carburante. Ma c’è il problema del rifornimento. Come si fa il pieno all’auto a metano? E i distributori sono numerosi o scarseggiano?

 

Come fare il pieno di metano

Dovete fare il pieno di metano? Bene, allora sappiate che il rifornimento richiede qualche minuto in più e che non esiste la modalità self-service.

A differenza di benzina e diesel, per il metano bisogna infatti attendere l’arrivo dell’operatore, l’unico autorizzato a connettere e disconnettere la pistola all’attacco del serbatoio. Da questo punto di vista il metano è simile al gpl.

Il tempo di rifornimento di un’auto a metano dipende da vari fattori, tra cui la capacità delle bombole da riempire e la potenza di compressione dell’impianto di rifornimento. Ma non aspetterete molto. Oggi infatti gli impianti di recente costruzione consentono di rifornirsi in appena 5 minuti e il tempo totale che passerete al distributore (tra attesa dell’operatore, eventuali file e pagamenti) non supererà il quarto d’ora.

Attenzione però a due cose. Primo, la quantità di metano erogata non è sempre la stessa e può variare anche del 15% da un impianto all’altro. Questo perché il metano è un carburante gassoso e la sua quantità dipende da variabili quali pressione di carica, densità, temperatura e composizione del gas, temperatura ambientale e precisione del sistema di erogazione.

Secondo, ricordatevi di fare la revisione delle bombole. Gli operatori sono infatti tenuti a rifiutare il rifornimento alle macchine che montano bombole la cui revisione è scaduta. La data di scadenza della revisione è riportata sul cartellino GFBM o, in mancanza, sul collo della bombola stessa.

Ultimo consiglio. Dato che in fase di avviamento il motore delle auto a metano funziona a benzina, ogni tanto fate anche il rifornimento di quest’ultima.

 

Distributori di metano: dove si trovano

Sfortunatamente, in Italia i distributori di metano non sono presenti in maniera omogenea su tutto il territorio. Al Nord ce ne nono parecchi, al Centro un po’ meno e al Sud scarseggiano. Tenete quindi bene a mente queste informazioni, soprattutto se dovete fare un viaggio.

Il problema principale sono gli orari di apertura e chiusura. Spesso infatti i distributori chiudono nelle ore serali (non tutti però) rendendo impossibile il rifornimento. In questo caso è bene munirsi di telefonino e chiamare direttamente il gestore per conoscere gli orari e la disponibilità di gas.

State pianificando un viaggio lungo e non volete farvi trovare impreparati? La via più comoda è ricorrere al web, alle app per smartphone o alle mappe POI per i navigatori satellitari. Online andate su siti come metanoauto.com, ecomotori.net o metanogpl.it. In vendita presso i distributori di metano sono anche disponibili le riviste Guida Metano – Atlante Stradale, Il Metanautista – Metano Facile e MetanAuto Italia Europa.

E in autostrada? Non è vero che non ci sono distributori, ma sono ancora pochi (anche se stanno aumentando). All’estero invece munitevi di un connettore NGV1, il più diffuso.

 

Self-service metano: esiste?

Sul self-service l’Italia è parecchio indietro rispetto al resto d’Europa. Nel nostro Paese infatti, su oltre mille stazioni di rifornimento solo quella di Bolzano funziona in modalità self service. Nulla a confronto di Germania, Austria e Olanda, dove il metano self-service è presente quasi dappertutto.

I motivi del ritardo italiano sono legati alla sicurezza. Il Ministero dell’Interno non è ancora convinto dei rifornimenti self-service non presidiati e finché non sarà tutto a posto non si potrà partire.

Eppure la norma già c’è ed è il decreto ministeriale dell’11 settembre 2008 (che integra quello del 24 maggio 2002). In base al documento: «Gli apparecchi di distribuzione automatici del tipo self-service devono essere dotati di pistola di erogazione conforme a quanto specificato dal regolamento ECE-ONU R110 e dalla prEN 13638 e adatta all’alloggiamento del connettore di carica di qualsiasi veicolo alimentato a gas naturale, che sia conforme agli standard ISO 15501-1:2000 e ISO 15501-2:2000. La pistola deve garantire l’erogazione solo ad accoppiamento avvenuto ed il suo impiego deve risultare agevole».

Queste invece le disposizioni per la sicurezza: «In prossimità dell’apparecchio di distribuzione deve essere installato un dispositivo che comanda l’erogazione del gas mediante l’azione manuale sul dispositivo stesso. Il rilascio del dispositivo determina l’immediato blocco dell’erogazione che può riprendere solo previo consenso da parte del personale addetto all’impianto. In prossimità dell’apparecchio di distribuzione deve essere posizionato un sistema di comunicazione che permetta all’utente di ricevere assistenza da parte del personale addetto. Deve essere installato almeno un punto di controllo a distanza dell’apparecchio di distribuzione dal quale il personale addetto possa comandare l’interruzione dell’erogazione. Sull’apparecchio di distribuzione automatico devono essere previsti dispositivi di segnalazione all’utente ed al personale addetto del corretto riposizionamento della pistola di erogazione nell’apposito alloggiamento».

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