Auto elettrica imposta dal 2035, Salvini: “Una follia, è un regalo alla Cina”

Il manager automotive Taschini: "Un errore che pagheremo a caro prezzo"

Auto elettrica imposta dal 2035, Salvini: “Una follia, è un regalo alla Cina”

Mentre l’auto elettrica in Italia non sfonda ma anzi arretra, con gli ultimi dati che fissano la quota di mercato delle auto a batterie al 3,1%, maglia nera in Europa contro l’11,9% della media Ue, le prospettive per il futuro dell’automotive, con il tanto dibattuto stop alla vendita delle auto con motore endotermico fissato al 2035 dall’Unione Europa, preoccupa e continua a far discutere.

Salvini: “Stop auto benzina e diesel? Una follia, è un regalo alla Cina”

A tal proposito Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, è tornato a ribadire come la strada intrapresa dalle istituzioni europee non sia quella giusta sottolineando i pericoli economici e sociali legati a una scelta di questo tipo: “Auto a benzina, diesel e metano fuorilegge in Europa dal 2035? Un errore, un regalo alla Cina: fabbriche e negozi chiusi in Italia e in Europa, operai e artigiani senza lavora e stipendio, e dipendenza a vita dalla Cina”. Per questo Salvini promette battaglia nel tentativo di invertire la rotta: “La Lega, in Europa, farà di tutto per fermare questa follia”.

Taschini (manager automotive): “Auto elettrica imposta è un dono alla Cina che pagheremo caro”

Una posizione, quella del ministro Salvini, condivisa da Andrea Taschini, manager automotive, che spiega quali sono i devastanti effetti che si rischiano di innescare con l’imposizione dell’auto elettrica dal 2035 decisa dall’Ue che finirà per essere un regalo alla Cina che l’Europa pagherà a caro prezzo. 

“Come detentrice di tutte le materie prime necessarie per la costruzione di motori e batterie elettriche, – afferma Taschini – la Cina farà di tutto perché le auto elettriche, anche quelle dei marchi europei, si costruiscano laddove le materie prime si estraggono e soprattutto si raffinano con enormi danni ambientali che in Europa non sono nemmeno lontanamente pensabili. Pechino stenderà tappeti d’oro alle Case auto che trasferiranno in Cina le produzioni con libertà di emissioni a costo zero, condizioni di lavoro e relative paghe da società pre-industriale e magari anche con allettanti facilitazioni fiscali, creando così condizioni irrinunciabili”.

“Chi non si trasferirà nel Paese asiatico a produrre vetture – avvisa Taschini – verrà spazzato via dalla concorrenza ‘made in China’. È così che milioni di posti di lavoro e miliardi di PIL europei spariranno creando povertà e destabilizzazione sociale”.

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