Auto elettriche: l’UE stanzia 600 milioni, altri 3.500 punti di ricarica in Europa
L’obiettivo è chiaro: rendere le infrastrutture per le auto elettriche più capillari, veloci e affidabili
La Commissione Europea ha appena fatto un annuncio importante: oltre 600 milioni di euro saranno destinati a sviluppare la rete di ricarica elettrica in tutta Europa. Un passo fondamentale per far decollare davvero la mobilità green sul continente. Il finanziamento fa parte del programma AFIF e coinvolge 70 progetti in 24 Paesi dell’UE. L’obiettivo, ovviamente, è quello rendere le infrastrutture per le auto elettriche più capillari, veloci e affidabili. Ma il piano non riguarda solo i veicoli elettrici ma fa riferimento anche a stazioni a idrogeno e altri combustibili alternativi, aprendo la strada a un trasporto più sostenibile e versatile.
Altri 600 milioni di euro investiti dall’UE per aumentare i punti di ricarica delle auto elettriche
Per le auto elettriche, sono in arrivo più di 3.500 nuovi punti di ricarica: oltre 1.000 stalli da 150 kW per auto e veicoli leggeri, 2.000 punti da 350 kW per auto e mezzi pesanti, e 586 punti da 1 MW per i veicoli più grandi. Non mancano nemmeno 38 nuove stazioni a idrogeno per auto, camion e autobus. I fondi serviranno anche a elettrificare i servizi a terra di 16 aeroporti europei e a introdurre tecnologie green in 24 porti, rendendo la mobilità sostenibile concreta anche per trasporti pubblici e commerciali.
Dal 2021 il programma AFIF ha già investito oltre 2,5 miliardi di euro in progetti di mobilità sostenibile, tra elettrificazione e combustibili alternativi. Con questi nuovi finanziamenti, l’UE dimostra di voler accelerare davvero la transizione verso una mobilità più pulita, efficiente e sicura. Anche l’Italia avrà l’occasione di rafforzare la propria rete di ricarica e facilitare la diffusione delle auto elettriche. Il messaggio è chiaro: senza infrastrutture adeguate, anche le auto più tecnologiche rischiano di restare parcheggiate. Il futuro della mobilità green europea passa proprio da qui.
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