Bakayoko sul fermo auto con perquisizione della Polizia: “Nel video non si vede tutto. Gli agenti ci hanno messo in pericolo”

Con delle storie su Instagram il centrocampista del Milan fornisce la sua versione dei fatti

Bakayoko sul fermo auto con perquisizione della Polizia: “Nel video non si vede tutto. Gli agenti ci hanno messo in pericolo”

Dopo le polemiche che si sono sollevati in seguito alla circolazione in Rete del video che mostra alcuni attimi della perquisizione avvenuta nel centro di Milano, dopo il fermo dell’auto da parte della polizia, Tiemoue Bakayoko ha commentato quanto successo.

Attraverso quattro storie postate sul suo profilo Instagram il centrocampista francese del Milan ha fornito la sua versione dei fatti, tornando sull’episodio accaduto a inizio luglio e che ha visto il noto calciatore finire vittima di uno scambio di persona in un operazione della polizia che in quel momento era alla ricerca di una persona la cui descrizione per molti aspetti corrispondeva alle caratteristiche dell’ex Chelsea.

Il centrocampista del Milan: “Mi sono ritrovato la pistola a un metro da me. Ci hanno messo in pericolo”

Bakayoko racconta che “nel video che è stato postato sui social non si vede tutto. Questa è la parte più tranquilla di quanto accaduto”. Nessuna accusa per l’errore che può capitare a chiunque: “Le autorità milanesi – afferma il calciatore del Milan – hanno dichiarato che l’arresto è stato un errore. Errare è umano, non ho problemi con questo”. Tuttavia Bakayoko sottolinea di come il problema sia stato il metodo, con tanto di pistola puntata contro, col quale hanno agito le forze dell’ordine: “Mi sono ritrovato l’arma a un metro da me e del passeggero. Ci hanno chiaramente messi in pericolo a prescindere dalle ragioni che hanno portato a fare questo”.

Bakayoko: “Cosa sarebbe successo ne non fossi stato un calciatore famoso?”

Il centrocampista francese ha aggiunto: “Le conseguenze avrebbero potuto essere più gravi se non avessi mantenuto la calma, se non avessi avuto la possibilità di fare il lavoro che faccio ed essere riconosciuto in tempo”. Al termine del suo racconto social, Bakayoko si domanda perché i poliziotti non gli abbiano “semplicemente chiesto i documenti, comunicando in modo normale”.

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