BMW M1: un esempio di sperimentazione, potenza ed eleganza già quaranta anni fa [VIDEO]

Sotto il cofano un sei cilindri in linea di 3.5 litri da 277 cavalli

BMW M1 – La casa tedesca ricorda una delle sue storiche sportive più iconiche, che ha anticipato una rivoluzione di immagine, stile e tecnologia
BMW M1: un esempio di sperimentazione, potenza ed eleganza già quaranta anni fa [VIDEO]

Le firma stilistica è italiana, mentre sotto agisce una meccanica tedesca sopraffina. La BMW M1 è semplicemente un ottimizzato equilibrato tra l’inconfondibile stile di Giorgio Giugiaro e la ricerca compiuta negli Anni Settanta dalla divisione sportiva della casa, il reparto BMW Motorsport GmbH fondato nel lontano 1972.

Dopo l’omaggio del 2008, a distanza di dieci anni la casa bavarese ricorda ancora una delle sue vetture storiche più rappresentative. Adesso sono passati quaranta anni dal debutto della prima M1 al Salone di Parigi del 1978. Un progetto noto allora all’interno con la sigla E 26, diventata poi una realtà ad elevate prestazioni e vincente anche in pista, considerando le versioni Gr. 4 nella Serie Procar e anche le Gr. 5, considerando già la notevole base telaistica e le potenzialità del motore sei cilindri in linea. In questo caso un rivisto cuore M88, rafforzato nella componentistica e dotato di valvole maggiorate, nuovi pistoni e opportune modifiche al sistema di aspirazione, consentirono di portare la potenza sino alla soglia dei 490 cavalli, rapporti a un peso che si aggirava sui 1.020 kg. Un lavoro di ottimizzazione dei tecnici guidati dal Direttore della Motorsport GmbH, Jochen Neerpasch, apprezzato anche dai grandi piloti di Formula 1 dell’epoca. La versione Gr. 4 poteva raggiungere circa i 310 km/h di velocità massima. E continuando con le sperimentazioni, le vetture Gr. 5 furono potenziate ancora a livello telaistico e meccanico, raggiungendo la mostruosa quota di 1.000 cavalli, contando sull’ausilio di due turbocompressori.

Tornando alla prima M1, il lavoro di progettazione partì da una concept firmata dallo storico progettista di BMW, Paul Bracq, che lavorò sulla vettura con lo stesso Giugiaro. Si iniziò da una vettura alimentata da un’unità turbo-compressa e dotata di una suggestiva apertura alare delle porte. Ma dall’iniziale studio caratterizzato da linee più fluide, Giugiaro plasmò forme più nette e grintose. Tratti altamente riconoscibili. Un cambio di rotta avvenne anche sotto il profilo meccanico, propendendo per un sei cilindri in linea, il citato M88, dopo aver sperimentato inizialmente un V8 M81. Una scelta valutata anche alla luce dell’esperienza accumulata su questo tipo di architettura dai tecnici di BMW Motorsport GmbH.

Il motore sei cilindri della M1 stradale, unito a uno schema sospensivo a doppi bracci oscillanti per ruota, ammortizzatori a gas e due barre anti-rollio, oltre a un sistema frenante costituito quattro dischi ventilati, un’aerodinamica filante e schiacciata estesa per 4.360 mm in lunghezza, 1.824 mm in larghezza e appena 1.140 mm in altezza, risultarono fattori funzionali per prestazioni piuttosto elevate nel periodo. In base a quanto segnalato, lo 0 a 100 km/h era coperto in 5,6 secondi, considerando un rapporto peso/potenza di 4,7 kg/CV, toccando poi i 264,7 km/h di velocità massima.

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