Brembo: la guerra in Ucraina rende difficile fare previsioni per il futuro
Le vendite nel Q4 2021 sono cresciute del 13,4% a 735,8 milioni di euro
Brembo ha parlato la settimana scorsa degli utili e dei margini registrati nel quarto trimestre del 2021.
In particolare, i costi di produzione più elevati e la carenza di semiconduttori hanno impattato parecchio sulle performance del noto produttore italiano di impianti frenanti premium. Inoltre, la guerra in Ucraina, scatenata dalla Russia di Vladimir Putin, ha reso impossibile effettuare delle previsioni per i prossimi mesi.
Gennaio e febbraio sono stati mesi positivi per l’azienda
Matteo Tiraboschi, presidente esecutivo di Brembo, ha dichiarato a Reuters che il 2022 è iniziato positivamente per l’azienda, con importanti numeri ottenuti a gennaio e a febbraio. Tuttavia, l’invasione russa sta ponendo un enorme punto interrogativo sulle prospettive economiche di Brembo.
“Se l’attuale crisi geopolitica dovesse durare per settimane o peggio per mesi, sarebbe un grosso problema”, ha dichiarato Tiraboschi.
Anche se opera in Russia, Brembo ha dichiarato che la guerra ha avuto un impatto limitato in quanto non dispone di stabilimenti produttivi nel territorio ucraino, ma sta comunque monitorando l’impatto sulla fornitura di materie prime e sui costi di produzione.
121 milioni di euro di utile nel Q4 2021
Ad ogni modo, l’utile, prima di interessi, tasse e ammortamenti, è stato di 121 milioni di euro nel periodo ottobre-dicembre, con il margine di profitto che è sceso al 16,4% dal 18,7%. Le azioni sono scese fino al 6,5% al prezzo più basso da novembre 2020 in seguito alla pubblicazione dei risultati mentre le vendite nel quarto trimestre del 2021 sono aumentate del 13,4% a 735,8 milioni di euro.
Matteo Tiraboschi ha affermato che i prezzi delle materie prime, dell’energia e della logistica sono aumentati particolarmente nell’ultima parte del 2021 e inoltre anche il segmento di fascia alta del mercato automobilistico, dove Brembo si concentra principalmente, è stato colpito dalla carenza globale di semiconduttori nel Q4 dello scorso anno.
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