Caltanissetta, la Polizia sgomina associazione che rivendeva auto di provenienza illecita
Nove indagati e 54 veicoli sequestrati per un valore di oltre un milione di euro
Avevano messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere impegnata a reperire auto, acquisiste illecitamente attraverso truffe realizzate ai danni di società finanziarie, per poi rivenderle a terzi ignari e ottenere un profitto. A fermare la loro azione criminale è stata la polizia di stato che ha eseguito, nel corso delle indagine preliminari, nove misure cautelari emesse dal Gip, su richiesta della Procura di Caltanissetta.
Documenti falsi e altre truffe
Cinque dei nove indagati sono indiziati, a vario titolo, di aver promosso, costituto e partecipato all’associazione illecita che acquistava auto con una serie di truffe che prevedevano l’utilizzo di documenti falsi o provenienti da reati di furto o appropriazione indebita commessi in Campania e Sicilia. Ai cinque vengono mosse le accuse di falsità materiale commessa dal privato in atto pubblici, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa, ricettazione e riciclaggio. Gli altri quattro indagati interessati dal provvedimento cautelare sono indiziati di aver commesso alcuni dei reati scopo dell’associazione.
Sequestrati 54 veicoli per un valore di più di un milione di euro
L’indagine parte da alcuni controllo effettuati dalla Polizia stradale di Caltanissetta nel 2020, dopo la segnalazione da parte di alcuni cittadini vittime della truffa. L’attività delle forze dell’ordine ha permesso di scoprire il modus operandi dalla banda di truffatori. Gli indagati avrebbero rivenduto auto oggetto di furti o di appropriazioni indebite ai danni di società di leasing sulle quelli venivano anche manomessi i segni di riconoscimento per occultarne la provenienza. L’indagine della Polizia ha permesso di individuare 54 veicoli di provenienza illecita rivenduta ad ignari cittadini, per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Gli ignari acquirenti hanno subito anche il sequestro delle vetture non ottenendo il dovuto ristoro delle somme pagate quale corrispettivo.
False nazionalizzazioni di auto estere “clonate”
Secondo quanto ricostruito, gli indagati agivano secondo schemi più o meno complessi escogitati per dissimulare l’origine illecite dei veicoli commercializzati, tra cui la sostituzione delle targhe a seguito della presentazione di false denunce di smarrimento, la formazione di atti notarili falsi o l’utilizzo di auto con numerazione del telaio ribattuta simulandone la provenienza estera. In quest’ultimo caso venivano “clonate” auto effettivamente esistenti e circolanti in uno Stato estero, che poi sarebbero state “ri-nazionalizzate” e rivendute rapidamente ad ignari acquirenti ad un prezzo lievemente inferiore a quello di mercato.
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