Caro carburanti, scoppiano le proteste dei camionisti: blocchi stradali in Puglia e Sicilia
Sit-in che rischiano di sfociare in uno stop nazionale
L’aumento vertiginoso dei prezzi dei carburanti delle ultime settimane ha messo in grossa difficoltà gli autotrasportatori che hanno deciso di far sentire la loro voce scendendo in strada, con forme di proteste che da diverse ore hanno causato diversi blocchi stradali in alcune zone d’Italia.
Al momento le proteste più forti e decise dei camionisti contro l’aumento del prezzo di benzina e gasolio arrivano dalle regioni del Sud, in particolare dalla Sicilia e dalla Puglia, passando per la Salerno-Reggio Calabria.
Blocchi in Sicilia e Puglia, con momenti di tensione nel foggiano
Mentre la protesta degli autotrasportatori rischia di allargarsi a macchia d’olio in tutto il Paese col rischio di gravi conseguenze derivante dai possibili blocchi delle attività di movimentazione delle merci, i sit-in di autotrasportatori contro l’aumento del costo del carburante sono attivi da diversi ore in Sicilia, in particolare sulla A18 Catania-Messina, davanti al casello di San Gregorio.
Proteste simili sono in corso anche in Puglia, dove i primi blocchi degli autotrasportatori hanno già creato disagi, da Taranto a Bari. Momenti di tensione anche nel foggiano dove nel corso della protesta uno dei manifestanti è stato ferito al fianco, per fortuna non in modo grave, con un coltello da un automobilista dopo un diverbio sfociato in rissa.
I manifestanti chiedono una risposta al governo
La rabbia degli autotrasportati monta di ora in ora, con sit-in di protesta spontanei che diventano sempre più affollati, e con la gran parte dei manifestanti che si dichiara pronta ad andare avanti finché il governo non fornirà risposte concrete per fare fronte al caro carburanti, diventato insostenibile per i “professionisti della strada”, così come chiedono di essere chiamati.
Le motivazioni delle proteste dei camionisti siciliani
In Sicilia la protesta è promossa dall’Aias, l’associazione imprese autotrasportatori siciliani, con i manifestanti dell’isola che contestano “l’aumento del gasolio e dell’AdBlue, del costo dei pneumatici e dell’energia”, oltre a lamentare “le strade impraticabili, la patente a punti presente soltanto in Italia, il prezzo dei pedaggi autostradali e la carenza degli autisti”, a cui si aggiungono i costi esosi per traghettare da Messina a Reggio Calabria e quindi la mancanza di una continuità territoriale.
Autotrasportatori che spiegano di sentirsi abbandonati in questo momento di grande difficoltà a sostenere i costi delle proprie attività e che chiedono ascolto al governo come spiega Umberto Coppola, autotrasportatore 27enne al casello di San Gregorio: “Abbiamo servito il Paese entrando nei focolai, non fermandoci mai, eravamo considerati degli eroi, adesso siamo nessuno. Noi siamo giovani e vogliamo crescere, ma lo Stato non ci sostiene”.
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