Crisi chip: l’European Chips Act per ridurre la dipendenza dall’Asia

Il mercato dell’auto è in grande difficoltà. Prima le restrizioni della pandemia e l’impossibilità di programmare con certezza il futuro, poi la crisi dei chip. Un problema per l’industria in generale, non solo delle vetture, e per risolverlo si è mossa anche l’Unione Europea. Si parla di un European Chips Art per ridurre la dipendenza dall’Asia.

Pochi dettagli per ora

È stata direttamente Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione UE, a parlare di questo problema, nel discorso alla commissione. Non tanti dettagli, ma la volontà di “mettere insieme le capacità di ricerca, progettazione e sperimentazione”. Con l’obiettivo di “creare un ecosistema europeo dei semiconduttori all’avanguardia”.

Il problema attuale sul tema è derivato dai lockdown e dalle restrizioni della pandemia ed ha messo in risalto anche la dipendenza dell’Europa dall’Asia per ricevere i chip. Quest’ultimi “fanno funzionare tutto” e, quindi, anche il Vecchio Continente ha la necessità di produrli in proprio per poter così evitare questa dipendenza.

Un po’ di respiro tra circa un anno

Ma quanto durerà questa crisi dei chip? Inizialmente la speranza era di tornare alla normalità entro la fine di quest’anno, ma la pandemia non ancora risolta e la difficoltà di reperire alcune materie prime ha spinto più in là la deadline per risolvere la situazione.

Secondo molti esperti, di conseguenza, anche l’anno prossimo porterà delle difficoltà, seppur nella seconda parte del 2022 potrebbe esserci un po’ più di respiro, per poi tornare ai ritmi consueti nel 2023. Sempre con la speranza, non solo per questo tema, che la pandemia si risolva definitivamente e non porti altri problemi e restrizioni.