Dieselgate: la Motorizzazione tedesca era già a conoscenza del software illegale utilizzato da Porsche per il controllo delle emissioni
La KBA ha coperto la casa costruttrice tedesca per oltre un anno
Il Dieselgate che ha colpito le case costruttrici tedesche sembra non avere fine e, giorno dopo giorno, si arricchisce di nuovi particolari che minano la generale “scrupolosità” tedesca. Soltanto ieri vi abbiamo raccontato di Porsche rea di aver montato sui propri Suv “un dispositivo di protezione che in condizioni di traffico reale non si attiva” e di aver pertanto eluso i controlli sulle emissioni. In tal contesto, Porsche, in accordo con KBA, la motorizzazione tedesca, avrebbe deciso di richiamare circa 21.500 Cayenne equipaggiati col motore V6 3.0 TDI Euro 6 e dotati del famigerato software.
Fin qui nulla di strano se consideriamo per l’appunto che Porsche avrebbe intimato il richiamo in accordo con KBA, l’Istituto Federale della Motorizzazione, dopo che quest’ultimo organismo avrebbe scoperto la presenza a bordo del motore V6 3.0 TDI Euro 6 montato sui Cayenne di un particolare software illegale che avrebbe consentito di fatto di eludere i controlli sulle emissioni di CO2. In tal contesto, lo stesso Ministro dei Trasporti, Alexander Dobrindt, avrebbe puntato il dito contro Porsche per aver utilizzato una pratica scorretta ai fini di superare con un certo agio i severi controlli.
Oggi, invece, l’autorevole quotidiano tedesco Bild, avrebbe accusato non solo Porsche di aver manipolato in qualche modo i test sulle emissioni, ma anche la stessa KBA rea di aver addirittura coperto la casa costruttrice tedesca nel suo operato. Difatti Bild ha affermato che l’Istituto Federale della Motorizzazione sapeva già da oltre un anno delle presunte irregolarità nel controllo delle emissioni inquinanti dei motori diesel presenti sulle Porsche Macan.
In pratica, la motorizzazione tedesca era già a conoscenza del famigerato software installato da Porsche sui suoi motori V6 3.0 TDI Euro 6 per eludere i controlli sulle emissioni. Non solo: la stessa agenzia federale avrebbe addirittura coperto l’operato di Porsche descrivendo il software illegale dapprima come un “sistema di spegnimento” e poi come “una modifica della condotta in termini di emissioni del sistema di abbattimento dei gas di scarico.”
Appare dunque evidente la “copertura” da parte di KBA per difendere l’operato illegale di Porsche: il tutto è emerso da una serie di carteggi che proverebbero senza alcuna possibilità di errore come l’agenzia federale tedesca abbia prima taciuto e poi “ammorbidito” l’utilizzo del software incriminato da parte di Porsche per superare i test sulle emissioni inquinanti.
Ovviamente, la situazione adesso si fa imbarazzante sia per Porsche ma soprattutto per KBA, Istituto Federale della Motorizzazione, e per lo stesso Alexander Dobrindt, Ministro dei Trasporti tedesco, che nei giorni scorsi avevano puntato il dito contro l’operato della casa costruttrice tedesca. Passare da accusatore ad accusato non è mai una piacevole situazione, soprattutto quando, in questo caso, emergono attive collaborazioni tra istituzioni governative e costruttori di auto al fine di coprire alcuni atteggiamenti non propriamente leciti.
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