Federauto: Decreto Cura Italia non è sostenibile per concessionarie
Federauto in aiuto alle concessionarie
Nella giornata odierna, Federauto ha inoltrato una nota al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con la richiesta di alcune modifiche sostanziali al Decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18 conosciuto meglio come Cura Italia. Lo scopo? Supportare le concessionarie di auto in questo duro momento per tutti.
“L’impatto che l’emergenza Covid-19 (Coronavirus) sta avendo sui dealer è allarmante e le disposizioni contenute nel primo provvedimento del Governo a tutela delle imprese non sono sufficienti. Se non si interviene rapidamente e in modo efficace, il rischio concreto è di compromettere la continuità aziendale e la sopravvivenza stessa delle imprese” ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto.
Con la diminuzione del numero dei concessionari, passati da 2.950 nel 2007 a 1.373 nel 2019 le previsioni, se dovessero protrarsi le attuali condizioni, è di una flessione delle immatricolazioni del -60% per l’anno 2020 con un’ulteriore contrazione delle reti di vendita.
Quindi ecco le proposte che Federauto ha suggerito al Presidente del Consiglio
- L’attività di concessionari per la vendita e riparazione di autoveicoli e motoveicoli, in ragione dell’elevato valore dei singoli beni ricade totalmente fra le imprese con un fatturato superiore ai 2 milioni di euro. Non godendo delle agevolazioni di differimento dei termini di pagamento alla Pubblica Amministrazione, si chiede che in sede di conversione in legge del decreto sia inserito un esplicito richiamo a tale attività, utilizzando il parametro del patrimonio netto al 31.12.2018, ultimo bilancio approvato, nel limite di € 100 milioni.
- La compensazione orizzontale dei crediti Iva sia nei confronti dell’Erario che per la parte contributiva sarebbe un grosso supporto alla liquidità delle imprese. Oggi vige il limite di € 700.000 annui (art. 9 comma 2 D.L. 35/2013). Si chiede di allargare il limite trasformandolo in mensile. Quindi la compensazione orizzontale varrà per un importo massimo mensile pari a € 700.000.
- Il decreto è lacunoso nel trattare il caso che riguarda la situazione di dilazione dello stock. Il quesito a cui dare una risposta è: il credito ceduto pro soluto a una banca terza è da considerarsi alla stessa stregua della sospensione prevista per i debiti bancari a medio lungo? Ciò in relazione all’art. 56 comma 2b per prestiti non rateali che proroga di fatto al 30.09.2020 le scadenze. Per rendere tutto più chiaro si propone di estendere l’art. 56 comma 5 anche alle imprese con patrimonio netto inferiore a € 100 milioni quanto previsto dal comma 2b, ampliandone la portata ed includendo anche lo strumento del finstock a mezzo factoring.
- Con riferimento alle previsioni dell’art. 57, occorre che l’attività condotta dalle concessionarie auto sia ricompresa nell’emanando decreto applicativo.
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