Ferrari LaFerrari: come divertirsi a suon di drift [VIDEO]
Florian Merckx scatena i 963 cv del bolide di Maranello
Cinque anni fa la Ferrari diede vita all’erede della Enzo: grazie alle peculiarità tecniche e velocistiche appannaggio della nuova nata, il costruttore di Maranello non esitò a definire con il nome alquanto speciale “LaFerrari” quella che sarebbe diventata la punta di diamante dell’universo del Cavallino rampante. Il cuore della supercar che vide la luce al Salone di Ginevra del 2013 era rappresentato dall’iconico propulsore V12 6.3 da ben 800 cv di potenza abbinato per l’occasione ad un motore elettrico da 163 cv di potenza. Il tutto per una potenza combinata di 963 cv ed una coppia complessiva superiore ai 900 Nm. Sulla scheda tecnica de LaFerrari le prestazioni velocistiche garantite dal powertrain ibrido raccontavano uno scatto fulmineo da 0 a 100 km/h al di sotto dei tre secondi, un’accelerazione da 0 a 200 km/h in meno di sette secondi ed una velocità di punta superiore ai 350 km/h.
Divertimento all’ennesima potenza
Qual è il modo migliore per godersi le elevate prestazioni garantite dalla Ferrari LaFerrari? Esiste un modo per sfruttare al 100% le potenzialità dell’erede della Ferrari Enzo? Probabilmente esistono svariati modi in cui dare libero sfogo ai propri istinti di velocità e mettere alla prova la meccanica della Ferrari LaFerrari. Uno di questi modi ce lo illustra Florian Merckx, pilota Ferrari nel Trofeo Pirelli 2018, che nel video da lui stesso girato si esalta alla guida del “bolide rosso” che nell’occasione è impreziosito da una livrea camouflage. Partito dal “luccicante” Principato di Monaco, il pilota belga si dirige verso una non ben definita fabbrica abbandonata dove le strade lineari e pulite sono solo un lontano ricordo. In questo contesto la Ferrari LaFerrari è la protagonista assoluta di un cospicuo valzer di piroette e traversi sfocati soltanto dall’elevata quantità di polvere sollevata a dispetto della potenza messa in evidenza da tutti i 963 cv della supercar di Maranello.
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