Ford Mustang 2.3 EcoBoost Convertible: finalmente il mito yankee è arrivato anche da noi [PROVA SU STRADA]

Vuole essere una sportiva globale, e per questo si è "europeizzata", nel motore e nella guida

Nonostante non sia mai arrivata per "vie ufficiali", il mito della Ford Mustang, da sempre, è stato molto forte anche in Europa. Ma finalmente, con la sesta generazione, la "pony car" per eccellenza viene venduta anche nel bel paese. Proprio per questo, per la prima volta nella sua lunghissima storia, è stata pensata e progettata per piacere anche agli europei. A partire dal piccolo 2.3 EcoBoost quattro cilindri.

Per anni, in Italia, ha fatto la fortuna degli importatori, che facevano a gara per accaparrarsele, per poi immatricolarle con l’inconfondibile targa quadrata “ZA”. Ma adesso, finalmente, la Ford Mustang è arrivata anche in Europa per “vie ufficiali”. Un mito tutto “yankee”, che ha saputo oltrepassare l’oceano, pur non essendo mai stato ufficialmente commercializzato nel bel paese. D’altronde, sono poche, pochissime, le vetture che possono vantare una storia così longeva. Nata nel 1964 (coincidenza vuole lo stesso anno della 911), generazione dopo generazione, è sempre rimasta fedele a sé stessa, pur evolvendosi ed adattandosi ai cambiamenti del tempo (coincidenza vuole, nuovamente, proprio come la 911). La “pony car” per eccellenza, in questa sua sesta generazione, è stata pensata, per la prima volta, per essere una sportiva globale, con le caratteristiche “giuste” per conquistare anche i più raffinati gusti europei. Insomma, l’obiettivo è quello di sfatare la diceria per la quale le auto made in USA sono pensate per andare soltanto dritte…Un capitolo a parte, poi, lo merita il motore. Ovviamente, non manca e non poteva mancare un maxi V8 americano da 5.0 cc, ma per lo sbarco in Europa, la Mustang, ha anche adottato un 2.3 quattro cilindri turbocompresso. Sulla carta, potrebbe sembrare un’eresia. Un po’ come se una pornostar nota per avere una sesta dovesse scegliere di sottoporsi ad un’operazione di riduzione fino alla terza. Eppure, anche con il 2.3 EcoBoost va così bene che alla fine…ok, non vogliamo anticiparvi tutto già ora.

Design e Interni: [xrr rating=5/5]

Tipicamente Mustang, è una delle sportive più belle del momento. Decisametne vistosa “in giallo”
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La linea, ovviamente, non può che essere la solita, inconfondibile, che ha caratterizzato ogni generazione di Mustang. Certo, più moderna, più aggressiva, ma comunque immediatamente riconoscibile anche a chilometri di distanza. Il tipico cofano praticamente sconfinato, le fiancate robuste, la coda con gli immancabili fari a sviluppo verticale: i tratti distintivi sono tutti lì. A questi si aggiunge il nuovo frontale, più affilato ed affusolato rispetto a quello delle generazioni precedenti: un esempio di design davvero riuscito, con la perfetta integrazione tra fari e mascherina, per una sensazione di sportività senza eguali. Molto belle le “gobbe” sul cofano motore, che peraltro risultano ben visibili anche dal posto guida. Nonostante l’europeizzazione, le dimensioni restano comunque extra-large per i nostri canoni di vettura sportiva: 478 cm in lunghezza sono praticamente gli stessi di una berlina di rappresentanza. Questo, insieme al colore giallo della vettura in prova, le consente di catturare l’attenzione dei passanti più di supercar che costano quattro volte tanto. C’è da dire, comunque, che scegliendo un colore meno vistoso, la Mustang riesce anche ad essere più discreta e signorile. Ad esempio, coupé, in bianco perla o in blu, potrebbe essere la perfetta alternativa ad una BMW Serie 4. Tornando a parlare della cabrio bisogna sottolineare che, rispetto alla coupé, non perde nulla in termini di grazia ed equilibrio. Anzi, guadagna quel fascino in più che soltanto le vetture con tetto in tela riescono ad avere.

Interni: impostazione yankee, ma cura realizzativa secondo standard europei
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Se lo styling dell’abitacolo è tipicamente yankee, la realizzazione ed i materiali utilizzati, questa volta, sono in linea con le Ford Europee. Addio quindi a plastiche rigide e poco piacevoli al tatto, in favore di materiali morbidi e decisamente curati. Sulla console centrale, piuttosto imponente, spicca il grosso schermo del sistema di infotainment, sviluppato in collaborazione con Sony, che già avevamo avuto modo di apprezzare sulla Ford Mondeo. Troviamo particolarmente comoda la schermata home quadripartita, che consente di monitorare, in contemporanea, il navigatore, le sorgenti audio, il clima ed i dispositivi connessi con la vettura. Il design della plancia, con l’inserto in simil-allumio che la attraversa integralmente, fa davvero tanta scena. Proprio davanti allo sguardo del passeggero, poi, fa capolino la targhetta metallica, con il cavallo “mustang” ben in vista, a ricordare che si è a bordo di una vettura davvero speciale. La posizione di guida è sportiva ma non estrema, dato che il sedile ha dimensioni decisamente abbondanti, senza risultare eccessivamente profilato. Anche il volante ha un diametro piuttosto elevato. Il tutto, quasi a non voler rinnegare la propria anima, la propria tradizione di pony car. Dal punto di vista dell’ergonomia tutti i comandi risultano ok, con l’unica critica che va rivolta al tasto hazard, decisamente poco identificabile, specialmente nelle situazioni d’emergenza. L’abitabilità, invece, è buona. La Mustang, difatti, è una delle poche cabrio che posso vantarsi di avere quattro posti veri. Dietro, difatti, anche due adulti possono viaggiare tutto sommato comodamente. Sufficiente anche il bagagliaio, con la sua capienza di 332 litri. L’accessibilità al vano, però, non è delle migliori, a causa dell’imboccatura stretta.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

Bella anche da guidare. La cabrio perde (giustamente) un po’di sportività rispetto alla coupé
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La nuova Mustang vuole essere una sportiva globale, e proprio per questo si è attrezzata per poter affrontare le curve con la stessa disinvoltura delle sportive europee. Personalmente, in versione coupé, mi aveva già ampiamente convinto. In occasione del primo contatto in pista, a Vairano, anche nel tratto denominato “misto stretto” mostrava una bella reattività ai comandi, senza risultare per nulla impacciata (parte del merito, sicuramente, va alla sospensione posteriore Multi-Link, che fa il suo esordio sulla Mustang sostituendo il vetusto ponte rigido). La prova su strada della cabrio è stata l’ulteriore conferma della bontà delle qualità stradali della vettura che, come detto, ha tutte le carte in regola per soddisfare anche i palati fini degli impallinati di bella guida “born in EU”. Certo, in questa versione cabrio, complice la perdita di rigidità del telaio ed il maggiore peso, la sportività “pura” cede il passo ad un temperamento che si presta maggiormente ad una guida allegra ma non impiccata. L’assetto non è troppo rigido, e proprio per questo la Mustang è una di quelle vetture che si muovono, che ti comunicano tanto, che ti fanno sentire la strada avvertendoti ben prima di arrivare al limite. La guida, così, risulta coinvolgente e mai noiosa. Lo sterzo, dalla sua, è abbastanza pronto e comunicativo anche per gli standard europei: così, se decidi di affrontare una rotonda a ruote fumanti, restituisce sempre un feedback sincero di ciò che sta accadendo alle ruote. Comunque, ciò che rende questa Mustang Cabrio maggiormente orientata ad una guida rilassata piuttosto che a quella prettamente sportiva, è il cambio automatico, che forse, di tutta l’auto, è rimasto l’elemento più all’americana-maniera. Difatti, fin quando si procede sfilando sul lungomare, risulta perfettamente a suo agio, morbido ed estremamente confortevole. Diversamente, quando si vuol dare sfogo ai non pochi cavalli presenti sotto al cofano, sembra andare in difficoltà. Il classico convertitore di coppia fatica a tenere il passo del motore, ed anche selezionando manualmente i rapporti l’interruzione della spinta tra una marcia e l’altra è fin troppo evidente. Dunque, una Mustang dalla doppia anima. Per una sportiva con i fiocchi (ma tranquillamente utilizzabile ogni giorno) d’obbligo la scelta della coupé con cambio rigorosamente manuale. Diversamente, se volete godervi il paesaggio, il gusto della guida con i capelli al vento, nel pieno spirito di una vettura cabrio, allora andrà benone anche un’automatica identica alla vettura in prova.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=5/5]

Il 2.3 EcoBoost spinge davvero forte, tanto da non far rimpiangere il V8
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Arriva ora la parte più importante della prova. Il motore. Ha senso una Mustang con un quattro cilindri? Come si guida? Beh, già in occasione del nostro primo contatto avevamo positivamente apprezzato il 2.3, che oltre a spingere in maniera simile al 5.0, ha il plus di pesare nettamente meno. La minore massa gravante sull’asse anteriore, quantomeno in pista e parlando della coupé, la rendeva sensibilmente più rapida ed agile nei cambi di direzione. In quanto a spinta, come detto, le sensazioni sono grossomodo identiche, ed anche i numeri confermano l’ottima verve del 2.3 EcoBoost, che nello 0-100 km/h, in versione manuale, riesce addirittura a pareggiare il tempo della 5.0 V8. Entrambe sbrigano la pratica in appena 4.8 secondi. Abbastanza vicino è anche il dato di coppia: i 434 Nm della 2.3 non sono poi così distanti dai 530 Nm del V8. Il 2.3 turbocompresso è un motore decisamente elastico, che spinge con decisione già dal basso, prestandosi ad una guida fluida, ma che non delude neanche in alto, allungando con decisione fino a 500 giri prima della zona rossa, dove la spinta inizia un po’a scemare. Insomma, ce n’è abbastanza per convincere non solo la ragione ma anche il cuore. Perché la 2.3 va così bene e così forte che risulta quasi impossibile giustificare (agli altri e a te stesso) l’acquisto della V8. Certo, il sound dell’otto cilindri è altra storia…e poi quel nome, “EcoBoost”, su una Mustang, l’avremmo forse evitato.

Consumi e Costi: [xrr rating=4.5/5]

4 cilindri e cubatura europea per consumi “europei”. Prezzo d’attacco decisamente allettante
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Il motivo principale per il quale, arrivando in Europa, la Mustang si è “piegata” al quattro cilindri, ovviamente, non può che essere quello dei consumi. Se gli americani sono soliti pagare un litro d’acqua ben di più di un litro di benzina, in Italia, la verde ad 1,50€ al litro, rischiava di rendere difficilmente gestibili le versioni “big block”. Con il 2.3 EcoBoost, invece, a fronte di prestazioni da supercar “vera”, si riescono a mettere a segno consumi che, facendo attenzione, possono anche essere nell’ordine dei 10-11km/lt nel ciclo misto. Qualcosa meno nella marcia urbana. C’è poi il capitolo prezzi. La Mustang, oltreoceano, ha sempre avuto la fama di essere un’auto non troppo costosa rispetto al prestigio ed alla fama di cui gode. Ed effettivamente, anche in Italia, nonostante la tassazione ben più elevata, riesce a mantenere dei prezzi decisamente allettanti. Con i 38.000€ della versione coupé si portano a casa 317cv, uno 0-100 coperto in 4.8 secondi, e tonnellate di fascino made in USA. Impossibile trovare di meglio. Il conto diventa un po’ più salato per la versione convertibile, che optando anche per il cambio automatico viene a costare 44.000€. La nostra scelta? Leggendo la nostra prova l’avrete già capita. Una 2.3 coupé, blu, rigorosamente manuale. Conveniente, incredibilmente veloce per quello che costa, bella, sportiva ma anche elegante, ok per usarla tutti i giorni ma anche per fare bella figura al trackday. E poi, infinitamente meno banale e scontata rispetto alla solita coupé tedesca.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Stile e fascino indiscutibili. Prestazioni del piccolo 2.3Cambio automatico lento per la guida sportiva.

Ford Mustang 2.3 EcoBoost Convertible Aut.: la Pagella di Motorionline

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Se vi siete persi il grande raduno Mustang che abbiamo organizzato con Mustangmania ed il Mustang Club of Italy cliccate qui.

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2 commenti

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  • Gabriele ha detto:

    Mica avete preso il dato dello 0-100 dal listino Quattroruote (che è il peggiore d’Italia)???? il 2.3 si attesta sui 6.0 se guidato bene con il manuale sullo 0-100

  • Andrea ha detto:

    Vedo che non sono stato l’unico a farci caso.
    Ho provato più volte la 2.3 e se riesci a fare sotto i 6.5 sei un grande pilota.
    Ovviamente essendo turbo interculer cronómetrando con una giornata con pressione atmosferica alta giornata fredda e la una benzina 98 e un pilota magro Probabilmente potresti scendere sotto i 6.0.

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