Governo Meloni, settore auto e futuro della mobilità: cosa aspettarci?

La vision del prossimo esecutivo su auto elettrica e transizione

Governo Meloni, settore auto e futuro della mobilità: cosa aspettarci?

L’Italia si prepara a voltare pagina, con la vittoria del centrodestra che, senza grandi sorprese, è stata certificata dall’esito delle elezioni. Una vittoria trainata dall’exploit di Fratelli d’Italia, primo partito in assoluto con il 26% conquistato alle urne, che apre le porte di Palazzo Chigi a Giorgia Meloni, leader di FdI.

Aspettando l’incarico formale a formare un nuovo governo che arriverà dal presidente Mattarella e in attesa di conoscere i nomi dei ministri che comporranno l’esecutivo guidato dalla Meloni, vediamo cosa dobbiamo aspettarci in materia di auto e mobilità, analizzando ciò che fin qui è emerso dai programmi elettorali e dalle dichiarazioni d’intenti degli esponenti di Fratelli d’Italia sul settore automotive.

Neutralità tecnologica, no all-in sull’elettrico

Come recentemente affermato da Nicola Procaccini, eurodeputato e responsabile del dipartimento Ambiente ed Energia di FdI, il principio cardine sul quale fondare la transizione della mobilità è la “neutralità tecnologica“, senza dunque puntare tutto ed esclusivamente sull’elettrico, ma diversificando e dando spazio a sistemi di alimentazione “green” alternativo come l’idrogeno e i biocarburanti.

Procaccini ha spiegato che la “neutralità tecnologica” permette di evitare il rischio di “ridurci a dipendere totalmente da Paesi, come la Cina, che hanno quasi il monopolio dei materiali e dei componenti per produrre e far funzionare le macchine elettriche, dalla batterie ai microchip”. Sottolineando la priorità di FdI di tutelare i migliaia di lavoratori dell’automotive in Italia, l’esponente del partito della Meloni non usa mezzi termini, definendo “un clamoroso autogol”, la decisione dell’Europa relativo allo stop alle vendite di veicoli a motore endotermico dal 2035.

Poi sugli incentivi statali all’acquisto di auto nuove, Procaccini afferma che è necessario riequilibrare i fondi a favore di tutto il parco auto (quindi con diversi alimentazioni) perché c’è “uno sbilanciamento a favore di elettriche ed ibride, le quali però, come dimostrano i dati, non sono tra le più richieste dagli italiani e quindi non spingono la ripresa”.

Tuttavia nei programmi di Fratelli d’Italia per l’automotive c’è spazio anche per interventi mirati sull’elettrico, tra cui quelle per favorire le installazioni private di colonnine di ricarica all’interno di condomini residenziali, uffici e singole abitazioni.

I piani di Lega e Forza Italia

Anche gli alleati del partito della Meloni, Lega e Forza Italia hanno una visione comune nell’impegno a garantire la sopravvivenza delle auto termiche oltre il 2035. Il partito di Salvini, oltre a essere d’accordo sul favorire la diffusione di colonnine elettriche nel territorio, condivide con gli alleati anche la volontà di incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico estendendo il bonus trasporti agli spostamenti regionali e interregionali. Forza Italia, i cui esponenti sottolineano la necessità di un approccio non ideologico per affrontare la questione dell’impatto ambientale dei trasporti, punta su un piano industriale per rilanciare la filiera, dalla componentistica alla produzione di veicoli, che prevede tra le altre cose interventi di riconversione aziendale e ampliamento del portafoglio tecnologico.

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